NASpI di ottobre in pagamento. Con la massima puntualità INPS ha avviato le lavorazioni dell’indennità di disoccupazione relativa al mese di settembre.
Ma qualcuno non la avrà, se non ha assolto a tutti i doveri. Altri, invece, la avranno spezzettata.
Il primo giorno del mese è sempre molto atteso dai disoccupati percettori di NASpI, perché INPS dà il via alle lavorazioni. E solo chi supera le lavorazioni con un esito positivo ha diritto al pagamento.
Nelle scorse ore INPS ha preso in carico le domande NASpI, avviando la prima fase che porterà poi ai pagamenti effettivi. La conferma giunge direttamente dai Fascicoli Previdenziali dei percettori:
Le lavorazioni della NASpI relativa al mese di settembre sono partite puntuali martedì 1° ottobre. Queste però potrebbero far seguito a un’altra tranche di lavorazioni avvenuta a fine settembre. Nel caso in foto, per esempio, il percettore aveva già avuto una lavorazione lo scorso 20 settembre. Si tratta quindi di una NASpI “pagata a pezzi”.
L’accredito effettivo è atteso tra circa 7-8 giorni. A patto, come detto, di aver superato le lavorazioni.
La NASpI ha una durata limitata. È corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni.
Per presentare l’istanza all’INPS per avere l’indennità ci sono 68 giorni di tempo da quando si è interrotto il rapporto di lavoro. Una volta che la domanda è accolta, il pagamento mensile va poi in automatico.
Attenzione però, perché per riscuotere l’ultima mensilità occorre compilare e presentare all’INPS il modulo NASpI-Com. Senza la presentazione del NASpI-Com, infatti, INPS sospende gli accrediti un mese prima e non eroga l’ultima mensilità finché il beneficiario non gli ha inviato tale modulo. Coloro che a ottobre attendono l’ultima rata della NASpI sono quindi tenuti a presentare il modello all’INPS se non vogliono incappare nella sospensione anticipata dell’indennità.
Il NASpI-Com, in generale, va inviato all’INPS ogni qualvolta ci siano delle variazioni (dello stato lavorativo, ma non solo) che l’Istituto Previdenziale deve conoscere.