Non sono stati giorni facili per i disabili titolari di Assegno di Inclusione. La ricarica di fine settembre, infatti, ha dato del filo da torcere perché una parte delle famiglie si è trovata la domanda sospesa o addirittura decaduta senza un apparente motivo.
A essere penalizzati sono stati soprattutto i nuclei in cui vivono soggetti disabili. Vediamo cosa è successo.
Avere una persona disabile in famiglia è una delle condizioni per ricevere l’Assegno di Inclusione, il sussidio che da gennaio 2024 ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Altrimenti, per assegnare il contributo INPS prende in considerazione anche i cittadini over 60, minorenni o in condizione di svantaggio. A patto che l’ISEE della famiglia non superi i 9.360 euro. Queste sono le condizioni che sanciscono il diritto all’AdI.
Tuttavia, ad agosto e a settembre numerose domande di Assegno di Inclusione sono decadute. Soprattutto in quelle famiglie in cui c’è un’invalidità.
TuttoLavoro24.it ha monitorato la situazione e ha fatto sapere che INPS avrebbe attribuito i problemi a un errore di sistema generato in fase di lavorazione delle domande AdI. A detta dell’Istituto, risolvibile in pochi giorni.
Ma anche le domande non hanno comunque riscontrato dei problemi. Si tratta di domande che INPS ha sospeso per accertamenti.
Una parte dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione, inoltre, ha fatto sapere che la ricarica di settembre è stata più bassa del solito perché non sono stati calcolati gli invalidi. Invalidi che, nella scala di equivalenza usata per calcolare l’importo finale di AdI, assumono un certo peso (+0,50).
Tutte queste problematiche sarebbero riconducibili comunque alla presenza di soggetti disabili nel nucleo familiare. Può essere che INPS voglia accertare l’invalidità e, di conseguenza, prima di dover recuperare somme pagate indebitamente, preferisca non erogarle. Nel caso spettassero, le riaccrediterà con le prossime ricariche.