Per capire fino in fondo se l’Industria metalmeccanica è in grado di farsi carico degli aumenti retributivi richiesti nella piattaforma sindacale, Fiom è andata a spulciarsi i Bilanci aziendali. Quelli depositati, degli ultimi 10 anni, con un focus nell’ultimo triennio, 2021-2023, quello di vigenza del CCNL Federmeccanica-Assistal.
Il sindacato aderente alla Cgil si prepara, così, insieme a Fim e Uilm, ad affrontare la fase più critica della trattativa per il rinnovo del CCNL (prossima riunione il 10 ottobre 2024).
I risultati sono stati messi in luce in alcuni documenti fatti circolare dalle strutture territoriali Fiom. Dapprima Fiom Veneto e ora Fiom Reggio Emilia. Si parla di un trend “analogo a quanto visto a livello nazionale”, i profitti sul valore aggiunto sono aumentati di oltre 7 punti percentuali, mentre quella dei salari si è ridotta di oltre 7 punti percentuali.
Lo ‘screening’ sindacale ha riguardato aziende industriali dei territori dell’Emilia e del Veneto, ampliata anche ad altre realtà. E si è limitata alle aziende che hanno depositato i Bilanci. La legge consente un posticipare i depositi a seguito di una tardiva approvazione.
Questi i dati provenienti dalla provincia di Reggio Emilia: le aziende con più di 50 dipendenti registrano un utile di esercizio solo nel 2023 pari a 1,574 milioni di euro, in crescita dal 2014 (più che triplicato).
Mentre per le aziende con meno di 50 addetti i profitti sono, complessivamente visti, più bassi: 327 milioni di euro. Comunque in crescita rispetto al 2014.
La sintesi, secondo Fiom, è che il margine operativo lordo (EBITDA) è sempre cresciuto negli anni e gli utili netti (non reinvestiti) sono in netta crescita.
Analoga situazione si realizza in Veneto. Nel periodo 2019-2022 i profitti aziendali sono cresciuti notevolmente con un EBITDA quasi +53% e addirittura gli utili +89,25%. Solo nel 2022 parliamo di quasi 4 miliardi di utili netti (3,898 miliardi di euro).