Buoni Pasto da pagare durante le Ferie. Da ora in avanti sarà più difficile ottenerli

Dopo l’ordinanza della Corte di Cassazione che riconosce il diritto dei lavoratori ai buoni pasto anche durante i giorni di ferie, si riducono le chance della loro estensione. Sarà più arduo per i lavoratori e sindacati tentare di convincere i datori di lavoro a riconoscerli anche a chi, oggi, ne è escluso.

Buoni pasto, quando sono un diritto?

Il diritto al buono pasto sorge quando è previsto da un accordo:

  • individuale;
  • aziendale/sindacale;
  • oppure dal CCNL (ad esempio nel settore logistica, trasporto persone, sanità).

In questi casi il lavoratore ha diritto al buono pasto per i giorni in cui presta servizio e svolge un minimo orario giornalieri. Per gli infermieri – ad esempio – è legato ad un turno di almeno 6 ore.

Più difficile ottenere i Buoni pasto dopo la sentenza di Cassazione

Si fa in salita la strada per chi da qui in avanti punta o punterà ad ottenere i buoni pasto. Il messaggio è riferito ai lavoratori che stanno portando avanti azioni individuali o ai sindacati che stanno rivendicando l’introduzione del diritto in accordi di natura sindacale.

Il principio riconosciuto dall’ordinanza della Corte di Cassazione, in tale contesto, sta creando più di qualche dubbio ai datori di lavoro sull’opportunità di riconoscere il diritto, da ora in avanti, considerato che il lavoratore potrebbe rivendicarne l’applicazione anche per i giorni di ferie.

Nel sancire tale innovativo diritto la Cassazione ha richiamato una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha fissato un perimetro ben preciso: durante le ferie i buoni pasto e ogni altra indennità spettante al lavoratore vanno riconosciute perchè il lavoratore non può subire un abbassamento della retribuzione netta disponibile. Al contrario – sottolineano i giudici – si spingerebbe i lavoratori a non fruire dei giorni di riposo residui per non vedersi abbassato il salario per quelle giornate non coperte da buono pasto e da indennità.