Sono molti di Presidi in giro per l’Italia ad aver deciso la chiusura dei plessi scolastici in vista dello sciopero del personale docente e ATA del 31 ottobre, proclamato da Flc-Cgil con l’adesione dei sindacati di base USB, FISI, CUB, UNICOBAS.
La decisione, in questi casi, arriva dopo aver avuto – in anticipo – le adesioni allo sciopero da parte del personale, in un numero che non consente il normale e pieno svolgimento dell’attività didattica. E soprattutto per l’impossibilità di “garantire la sicurezza e la vigilanza dei minori”. Vista anche l’importante adesione del personale addetto alla custodia.
Ecco un esempio di comunicazione inviata all’utenza in data 30 ottobre, con un giorno di anticipo, in una scuola della provincia di Milano:
Nel caso in esempio, la decisione di interrompere il pubblico servizio – motivata dalle ragione ben spiegate nella comunicazione – è stata presa a seguito della comunicazione preventiva di adesione allo sciopero da parte di Docenti e ATA. Comunicazione preventiva certo non obbligatoria, ma spontanea, su invito della Dirigenza.
Decisioni analoghe potranno essere prese dai Dirigenti scolastici nella prima mattina del 31 ottobre, una volta verificata l’inadeguatezza del numero del personale a disposizione, a seguito delle scelte degli altri di aderire allo sciopero.
I docenti e ATA che non aderiscono allo sciopero ma sono comunque a disposizione del servizio hanno diritto alla giornata di retribuzione, anche se gli alunni sono assenti per decisione della Dirigenza di chiudere la Scuola.
Al personale aderente sarà operata una trattenuta, i cui importi, diversi per qualifica, sono stati quantificati qui.