Niente aumenti ai Metalmeccanici, il tour degli Industriali per rilanciare coi Benefit

Per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica Industria Federmeccanica ha messo sul piatto una proposta che non prevede aumenti fissi e certi, ma che mette al centro i benefit.

Per spiegare agli Industriali il senso della proposta che sta creando non poche frizioni col sindacato, Federmeccanica sta girando il Paese, nei distretti metallurgici più rappresentativi. Dopo Brescia è stata la volta di Udine.

Benefit sì, salario no

Parlando ad una platea di imprenditori friulani e alla stampa il Direttore Generale Stefano Franchi ha dichiarato che la piattaforma di Federmeccanica si ispira ai principi di solidarietà e sostenibilità sociale: previdenza complementare, ulteriore scatto di anzianità, introduzione del premio di risultato dove non c’è, se l’azienda ha buoni risultati economici. 

La platea degli imprenditori friulani
Gli esponenti di Confindustria Udine, al centro Stefano Franchi

E non è tutto. L’idea di un CCNL ESG, che mette insieme sostenibilità ambientale con quella sociale, prevede che ai lavoratori sia garantita: “l’assistenza sanitaria integrativa, la tutela della non autosufficienza, e quei benefit che già ci sono se utilizzati per il trasporto pubblico, rimborso rette asilo nido e assistenza anziani andrebbero ad aumentare”.

Gli aumenti salariali vanno tenuti sotto controllo. E’ questo il nuovo corso a cui puntano gli industriali che propongono di rinnovare senza concordare aumenti e di adeguare i minimi salariali ogni anno sulla base dell’IPCA NEI, spostando la decorrenza delle nuove rate da giugno (come prevede il ccnl oggi) a dicembre di ogni anno. Con un risparmio di ben sei mesi per le aziende ed una perdita per i lavoratori stimabile intorno a 800 euro.

La posizione dei sindacati sui Benefit e lo sciopero vicino

Se Federmeccanica e Assistal aprono alla sola copertura in base alle oscillazioni dell’inflazione, Fim-Fiom-Uilm rilanciano la richiesta di un aumento certo di 280 euro. Più verifica sugli scostamenti, a giugno e non a dicembre di ogni anno. Insomma l’attuale clausola di garanzia sul salario prevista dal CCNL non va toccata e per questo sono disponibili alla mobilitazione dopo la metà di novembre. Quando scadrà la clausola di tregua.

Nel frattempo in calendario già arriva uno sciopero, quello generale del lavoro pubblico e privato proclamato da Cgil e Uil per venerdì 29 novembre. Ma non si esclude un’azione di protesta (uno sciopero nazionale dei metalmeccanici) di Fim-Fiom-Uilm entro il mese di dicembre.