Statali, continua la trattativa tra l’ARAN e i sindacati per il rinnovo del contratto personale Funzioni Centrali 2022/2024. Tra ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici economici (come INPS e INAIL) sono circa 195 mila i lavoratori coinvolti.
L’ultimo incontro c’è stato mercoledì 30 ottobre, proprio presso l’ARAN, l’Agenzia che tratta i rinnovi a nome del governo. Vediamo cosa ne è emerso.
L’ARAN ha proposto di ritoccare verso l’alto gli aumenti in busta paga, attingendo dalle ulteriori risorse previste dalla Manovra 2025 (0,22%), con la disponibilità a usarle non appena la legge di Bilancio diventerà legge.
Gli aumenti (mensili medi lordi) coinvolgono tutti i lavoratori statali delle funzioni centrali e rispetto alla precedente proposta contrattuale passano:
Rimane invariato, invece, l’aumento medio lordo mensile per i “professionals”, ossia le elevate professionalità: per loro, la proposta è di un aumento pari a 193,90 euro.
Ma per gli statali il rinnovo del CCNL non ruota tutto attorno agli aumenti e al loro rialzo. In ballo ci sarebbero anche 1.078 euro medi di arretrati per il 2024 e l’allungamento di un anno della norma inserita nell’ultimo contratto che permette ai dipendenti di passare all’area superiore in deroga al titolo di studio, ma valutando gli anni di esperienza maturati all’interno della posizione. Per esempio, per tutto il 2025 un assistente con 10 anni di esperienza potrà diventare funzionario anche senza laurea.
Da Unsa e Flp arriva inoltre la richiesta di introdurre per i dipendenti statali la settimana corta a parità di orario.
Il prossimo incontro tra sindacati e ARAN è fissato per il 6 novembre. Cisl, supportata dai sindacati autonomi Flp, Confsal-Unsa e Confintesa, sembra propensa a firmare la proposta dell’agenzia. Cgil e Uil invece continuano a propendere per il no.