“La controproposta di Federmeccanica e Assistal non ha l’obiettivo di rinnovare il contratto nazionale di lavoro”. A dirlo è il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma, che in un video pubblicato ieri sui principali canali social fa alcuni importanti annunci.
Il sindacato chiede 280 euro di aumento salariale ed è disponibile a trattare. Ma non intende “tornare al 2016″, cioè al periodo precedente a quello attuale, in cui non vigeva la clausola di garanzia di allineamento all’inflazione. I sindacati rivendicano l’intesa del 2021 e vogliono che il rinnovo fissi un aumento retributivo certo e lo scostamento in base all’IPCA NEI. Insomma nulla deve cambiare rispetto al presente.
L’altro tema che il Segretario Generale Fiom mette al centro è la riduzione dell’orario di lavoro. La settimana corta viene vista come il futuro dell’organizzazione delle fabbriche, sulla scia delle esperienze positive già in essere in Italia. Per questo puntano alla riduzione dell’orario di lavoro anche sperimentale e con il supporto del Governo, chiede De Palma.
Ma sulla vertenza da Palazzo Chigi non intendono intervenire, specie su un tema spinoso come la riduzione dell’orario di lavoro, attualmente in esame in Parlamento sulla base di proposte legislative dei partiti di centro-sinistra.
“A metà novembre scade la moratoria per il rinnovo del contratto nazionale, o c’è un affondo oppure dovremo prendere i fischietti e farli fischiare nelle fabbriche. Dalla metà novembre se non andiamo al rinnovo del contratto nazionale dovremo mettere in campo tutte le iniziative, comprese quelle di sciopero”.
Lancia così l’avvertimento il Segretario Fiom a Federmeccanica e Assistal. La proclamazione potrebbe arrivare all’indomani del 12 novembre, quando imprese e sindacati si riuniranno ancora una volta attorno al tavolo (ottava riunione) per discutere del rinnovo e con ogni probabilità si arriverà ad una rottura del negoziato.