Assegno di Inclusione, ogni variazione va comunicata entro 3 mesi

INPS deve essere messo al corrente di ogni cambiamento che avviene all’interno del nucleo percettore dell’Assegno di Inclusione (AdI). O meglio, di ogni cambiamento che impatta sull’importo in pagamento o che potrebbe comportare la decadenza del sussidio.

Per avere l’Assegno di Inclusione serve infatti avere un ISEE entro i 9.360 euro. Inoltre, in famiglia devono essere presenti membri o disabili, o minorenni, o over 60 o in condizione di svantaggio.

Qualsiasi variazione in famiglia che comporta un cambiamento dei requisiti di accesso va comunicata all’INPS.

Obblighi di comunicazione dei percettori AdI

Tra le variazioni che INPS vuole conoscere rientrano quelle di tipo professionale. Si può lavorare e contemporaneamente riscuotere l’Assegno di Inclusione: entro il limite massimo di 3.000 euro lordi annui, infatti, il maggiore reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico.

Il beneficiario AdI che avvia un’attività da lavoro dipendente (con conseguente retribuzione) è quindi tenuto a far sapere all’Istituto Previdenziale il reddito derivante dall’attività: per farlo, deve compilare il modello AdI-Con Esteso entro 30 giorni dalla data di avvio della medesima.

Se il percettore non invia la comunicazione entro il termine previsto, INPS sospende la fruizione dell’Assegno di Inclusione fin quando il beneficiario non ottempera a tale obbligo.

Ma se entro 3 mesi non avesse ancora provveduto alla presentazione del modello ADI-Com Esteso, l’Assegno di Inclusione decade. Lo specifica lo stesso Istituto, nel messaggio del 31 ottobre scorso:

Al nucleo percettore di AdI INPS concede quindi 90 giorni di tempo per mettersi in regola: dopodiché revoca definitivamente il sussidio.