Carta Dedicata a te, c’è ancora chi può avere il Bonus 500€

Per ritirare la Carta Dedicata a te non c’è una scadenza. C’è però una scadenza per attivarla, quindi è bene andare a ritirare la carta prima della scadenza per l’attivazione. Se per il ritiro alle poste si sta aspettando una comunicazione ufficiale c’è il rischio di aspettare invano. È bene quindi muoversi autonomamente.

Le scadenze della Carta Dedicata a te

La Carta Dedicata a te è stata introdotta dal Governo nel 2023 per aiutare le famiglie alle prese con la spesa. I 500 euro sopra caricati, infatti, vanno spesi in acquisti di generi alimentari.

Per effettuare tali acquisti c’è una scadenza. La somma va spesa interamente entro il 28 febbraio 2025. Una scadenza precedente è quella per attivare la carta: il primo acquisto, infatti, va fatto entro il 16 dicembre 2024, pena la decadenza del diritto. Le somme che entro tale data non verranno attivate verranno ridistribuite per un’eventuale seconda ricarica tra coloro che invece hanno consumato interamente i 500 euro.

Pertanto, è bene non aspettare troppo tempo per andare a ritirare la Carta Dedicata a te presso gli uffici postali. Se la lettera del Comune che annuncia l’assegnazione della carta non arriva si consiglia di muoversi autonomamente: il cittadino può consultare gli elenchi definitivi dei Comuni e, qualora scoprisse di essere risultato beneficiario della Carta Dedicata a te, può recarsi presso gli uffici postali a ritirarla. Serviranno il documento d’identità e la propria DSU.

Quali famiglie possono averla

La Carta Dedicata a te non spetta a tutte le famiglie, ma solo a quelle:

  • con un ISEE entro i 15.000 euro;
  • iscritte all’anagrafe comunale;
  • in cui nessun componente beneficia di altri aiuti o sussidi statali, come l’Assegno di Inclusione, la Carta Acquisti, ma anche la NASpI, la cassa integrazione, ecc.

Le famiglie composte da almeno 3 componenti hanno avuto priorità nell’assegnazione. Tuttavia, anche coppie o ai single possono avere la Carta, nel caso al Comune avanzassero. Ciò che non si può fare è chiederla: i Comuni infatti l’assegnano in automatico sulla base della lista stilata dall’INPS.