Salario Metalmeccanici e Insegnanti a confronto: ecco tutti gli Aumenti negli ultimi 7 anni [TABELLE COMPLETE]

Il confronto tra i salari dei lavoratori nel settore scolastico e quelli dei metalmeccanici evidenzia forti disparità economiche, accentuate negli ultimi 7 anni. Lo mette in luce un’analisi elaborata da TuttoLavoro24.it in ESCLUSIVA per i suoi lettori. Vediamo tutti i numeri mettendo, una difronte all’altra l’evoluzione delle due tabelle salariali.

Il parallelismo intende solo evidenziare come i due ambiti lavorativi, ugualmente importanti, per ragioni diverse, per la società e l’economica italiana, negli ultimi anni abbiano seguito dinamiche retributive molto distanti.

Stipendi Scuola +8,40%, Stipendi Metalmeccanici +18,70%

Abbiamo riassunto, in questa tabella l’evoluzione delle retribuzioni tra metalmeccanici e comparto Scuola. Le differenze, come possiamo notare sono davvero notevoli e dimostrano il declino delle retribuzioni del personale scolastico.

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Se prendiamo a riferimento il livello C2 dell’operaio metalmeccanico (per semplificazione la tabella non tiene conto della vecchia classificazione del personale vigente fino al maggio 2021) e l’insegnante di scuola elementare del livello KA05, vediamo come in 7 anni il primo abbia avuto un incremento di 315,51 euro mentre il secondo di appena 142,12 euro. Il differenziale è di 173 euro in più per le “tute blu”.

In termini generali, la retribuzione dei lavoratori della scuola si attesta su livelli medi più bassi rispetto a quella dei metalmeccanici. Lo stipendio di un insegnante della scuola primaria o secondaria in Italia varia da circa 1.400 a 1.900 euro netti al mese per un insegnante a tempo indeterminato, con differenze minime lungo la carriera. Il personale ATA, che svolge ruoli amministrativi o tecnici, ha retribuzioni inferiori, con stipendi iniziali che si collocano attorno a 1.250 euro netti mensili.

Dall’altro lato, i lavoratori metalmeccanici, grazie a una contrattazione sindacale che ha garantito negli anni un’evoluzione significativa dei salari, presentano stipendi medi generalmente superiori. Nelle posizioni di base, un operaio metalmeccanico può percepire circa 1.400-1.800 euro netti mensili, ma per i ruoli più specializzati o di maggiore responsabilità, le retribuzioni possono facilmente superare i 2.000 euro netti.

Non può essere infine trascurato che tra i metalmeccanici è molto diffusa l’erogazione di elementi economici ad personam (superminimi), che fanno salire di gran lunga il salario reale del settore. Superminimi che invece nei comparti del pubblico impiego non sono consentiti, salvo nei casi di cambio mansione/amministrazione con lo scopo di conservare il precedente trattamento economico.

Come si arrivano a stabilire gli aumenti salariali?

Il Italia non esiste una legislazione sul salario minimo di legge. Esso è stabilito dalla contrattazione collettiva, cioè dalla negoziazione tra i rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati.

La contrattazione tra i due settori (scuola e industria metalmeccanica) segue dinamiche e logiche differenti. Ma c’è almento un aspetto che le accomuna: il sindacato in entrambi i casi chiede l’adeguamento periodo delle retribuzioni all’inflazione, con l’obiettivo di difendere il potere di acquisto dei salari. Lo svolgimento dei negoziati però si muovono su strade diverse.

Nel pubblico impiego i vincoli di bilancio e di contenimento della spesa pubblica sono un freno all’aumento delle retribuzioni di docenti e ATA rispetto al settore privato. La contrattazione collettiva del pubblico impiego, infatti, parte con dei budget di spesa che individuati attraverso la Manovra di Bilancio su proiezioni pluriennale dal Governo di turno e possono essere corretti solo con un intervento legislativo, a distanza di mesi o di anni.

Nel settore privato, come il caso dell’industria metalmeccanica, la contrattazione è certamente legata ai vincoli che derivano dai bilanci delle aziende, dagli indicatori di mercato, dagli investimenti, dalle prospettive economiche. Ma non certo ricadono nel “calderone” della complessità dei bilanci pubblici, da anni attenzionati anche dall’Unione europea.

Nei negoziati contano inoltre i rapporti di forza tra le parti al tavolo, le iniziative di mobilitazione attivate dal sindacato (come lo sciopero) e l’adesione dei lavoratori a queste.

Personale Scolastico e Metalmeccanici: responsabilità, competenze e …politica

Abbiamo detto che i due settori, entrambi complessi e importanti per la società e l’economia italiana, richiedono ai lavoratori responsabilità e competenze che si differiscono notevolmente.

I lavoratori della scuola svolgono ruoli educativi e formativi che richiedono preparazione continua e competenze aggiornate. La formazione per un insegnante è oggettivamente più lunga con percorsi di laurea magistrale, abilitazioni, concorsi e l’inserimento molto spesso passa per anni di precariato.

Gli operai metalmeccanici (ma le stesse considerazioni valgono per gli impiegati), seguono percorsi di formazione professionale più corti o lunghi (per i laureati) ma devono costantemente aggiornarsi per conseguire specializzazioni utili alla progressione di carriera. Devono inoltre ampliare il loro raggio di competenze per essere al passo con i continui mutamenti dei mercati, e quindi dei macchinari e dei processi di produzione. Il rischio d’impresa può incidere sulla loro stabilità occupazionale con precariato, cassa integrazione, esuberi, delocalizzazioni, licenziamenti, ecc.

La differenza tra i due settori riflette infine una questione più ampia, di tipo politico: il riconoscimento economico del valore sociale dei lavori di pubblica utilità, come quello dell’istruzione, rimane inferiore rispetto a settori privati considerati “più produttivi”.