Stop al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici. La notizia è arrivata il 12 novembre, a margine della riunione sindacale che sancito la rottura delle relazioni tra i datoriali di Confindustria, Federmeccanica-Assistal e i sindacati Fim-Fiom-Uil. L’incontro si è tenuto a Roma, presso l’Hotel 4LCollection alla presenza di una numerosa delegazione sindacale.
TuttoLavoro24.it aveva anticipato l’esito di questa riunione in questo articolo.
Le iniziative di protesta saranno decise nei prossimi giorni nelle assemblee che si terranno in tutti i luoghi di lavoro, precisano i sindacati nei loro comunicati. Ma appare evidente che questa volta si percorrà un altro tipo di mobilitazione rispetto al passato dove lo sciopero nazionale era messo al centro. Lo sciopero nazionale proclamato in una sola giornata per tutti viene visto in questa fase quasi come “un regalo” agli industriali. E allora si preferiscono azioni più incisive e ripetute, non nella modalità, ma attraverso strumenti diversi.
Si parla di forme articolate di protesta che prevedono:
Non sostanziandosi in un’unica giornata di sciopero la protesta si articolerà su un periodo più lungo che inizierà da metà novembre e proseguirà fino al 15 gennaio 2025. Lo precisa Fim-Cisl nel suo comunicato.
A metà novembre infatti scade il periodo di moratoria previsto dal CCNL, che non consentiva di attivare forme di conflitto.
Le ragioni che stanno alla base della scelta dei sindacati è la non disponibilità di Federmeccanica e Assistal (che rappresenta gli installatori) a rinnovare il CCNL in tempi rapidi e secondo il perimetro della piattaforma sindacale. I sindacati chiedono 280 euro di aumento in tre anni e gli industriali propongono 173 euro in 4 anni, come semplice allineamento all’IPCA NEI secondo la proiezione attualmente disponibile. E ritengono che le proposte sulla stabilizzazione dei precari siano state “insignificanti”.
“Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all’andamento dell’inflazione“, scrive Fiom-Cgil nel comunicato.