Scendere in piazza per protestare contro i tempi biblici dell’INPS. Lo ha fatto giovedì 21 novembre la CGIL Piemonte, in occasione della giornata dedicata ai temi della previdenza tenutasi a Torino.
Ottenere la pensione di invalidità è sempre più complicato. Perché da quando si invia la domanda a quando questa viene accolta passa troppo tempo. Anche anni, come denuncia la CGIL Piemonte. Anche se per legge non si dovrebbero superare i 90 giorni.
Sia l’INPS che le Asl infatti sono sotto organico, e ciò allunga i tempi per la lavorazione delle pratiche. «In alcune Asl di Torino bisogna aspettare fino a diciassette mesi» spiega Stefania Pugliese, segretaria regionale di Cgil, a La Stampa di venerdì 22 novembre.
Per avere diritto alla pensione di invalidità occorre essere valutati da una commissione ad hoc, composta da medici dell’INPS. Se manca personale la responsabilità è quindi sia della Regione (Piemonte, nel caso specifico), sia dell’Istituto Previdenziale. All’INPS, in particolare, «nonostante le recenti assunzioni si registra una carenza di organico del 23% rispetto al numero di dipendenti previsto dall’ente (in termini assoluti si parla di 363 lavoratori), che secondo noi sarebbe comunque insufficiente» spiega la Pugliese.
La carenza di organico ha peggiorato le condizioni di lavoro e il livello di servizio offerto ai cittadini. Purtroppo però la situazione non sembra destinata a migliorare. Secondo la Cgil, infatti, il problema rischia di aggravarsi ancora di più visto che l’ultima Manovra di Bilancio ha previsto il blocco del turn-over, ossia delle assunzioni.
Al momento dei prossimi pensionamenti, «l’organico si restringerà ulteriormente, il che farà dilatare ancor di più i tempi delle pratiche», avverte il sindacato.
E non solo delle pratiche per avere la pensione di invalidità. Ma anche di quelle per Tfs e Tfr. «Solo lo Spi Cigl, a Torino, ha avviato duecento ricorsi contro gli slittamenti nell’erogazione del dovuto».