Metalmeccanici, il 31 dicembre 2024 scade il CCNL Confapi: +280€ sui Salari

Il 31 dicembre 2024 scade il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti della piccola media industria metalmeccanica. Il contratto è firmato da Unionmeccanica Confapi e da Fim-Fiom-Uilm.

A partire dallo scorso mese di settembre i sindacati hanno avviato la fase di consultazione per la piattaforma di un contratto che interessa circa 400.000 lavoratori. Spiccano, tra le varie richieste, le 35 ore settimanali e un aumento retributivo di 280 euro.

CCNL scade il 31 dicembre 2024: cosa succederà?

Il CCNL scade il 31 dicembre prossimo. Nulla cambia per i rapporti di lavoro tra i metalmeccanici e le aziende che applicano questo CCNL. Vale infatti la regola dell’ultravigenza fino al successivo rinnovo. Una tutela in più per i dipendenti che garantisce la continuità delle condizioni economiche e salariali.

A breve dovrà partire la trattativa per il rinnovo del contratto e si va verso nuovi adeguamenti salariali. I sindacati puntano a chiudere prima il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal, scaduto il 30 giugno 2024, per poi accelerare sul CCNL PMI Confapi. Mentre sembre essere ancora fermo il tavolo per il rinnovo dell’altro CCNL della piccola media industria metalmeccanica, quello firmato da Confimi e le sole Fim-Uilm.

Ma i tempi non sembrano essere brevi, visto che per l’Industria si è arrivati alla proclamazione dello stato di agitazione con scioperi e stop agli straordinari fino al 15 gennaio 2025.

280 euro di aumento e 35 ore settimanali

I sindacati chiedono un rinnovo triennale e un aumento economico spalmato su 3 anni (2025-2027) pari a 280 euro alla 5a categoria dell’operaio qualificato. Richiesta in linea con i ‘colleghi’ della grande Industria. I lavoratori del settore hanno ricevuto l’ultimo aumento stipendiale lo scorso mese di giugno, in occasione dell’attivazione della clausola di garanzia che prevede l’adeguamento dei minimi all’IPCA NEI dell’anno precedente.

Tra le varie richieste dei sindacati, c’è anche quella di una fase di sperimentazione contrattuale con l’obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione a 35 ore settimanali. Oltre che l’aumento della dotazione per il welfare e l’incremento dell’Elemento perequativo.