Ogni anno l’Assegno Unico per i figli a carico viene rivalutato all’inflazione, per fare in modo che gli importi erogati da INPS siano adeguati al costo della vita.
Anche nel 2025, quindi, subiranno un aumento. Proviamo a capire di quanto.
L’Assegno Unico è la prestazione che INPS riconosce a chi ha figli a carico fino a 21 anni. Non ci sono limiti d’età se il figlio a carico è affetto da disabilità. L’accredito è mensile e l’importo viene calcolato in base a vari fattori:
Ogni anno, le cifre che spettano per i figli, per l’ISEE e per le maggiorazioni vengono adeguate all’inflazione. Facciamo un esempio:
Dal 2022, anno in cui l’Assegno Unico è entrato in vigore, gli importi sono gradualmente aumentati. Lo scatto più alto c’è stato dal 2022 al 2023, quando l’inflazione è stata attestata all’8,1%. Dal 2023 al 2024, invece, sono saliti del 5,4%.
Fare delle previsioni sicure sugli aumenti che l’Assegno Unico subirà nel 2025 è impossibile. Per farlo, infatti, occorre sapere a quanto si attesta il tasso d’inflazione.
Tuttavia, non sembra azzardato dire gli aumenti dovrebbero essere meno consistenti rispetto a quelli riconosciuti tra il 2023 e il 2024, perché l’inflazione è stata più bassa di quella registrata l’anno passato. Allo stesso modo, anche le soglie ISEE e gli importi delle maggiorazioni dovrebbero subire un incremento, in ugual misura degli importi mensili.
Sarà il decreto rivalutazioni a stabilire con certezza il tasso di inflazione del 2025. Una volta noto INPS calcolerà i nuovi importi dell’Assegno Unico e li riconoscerà da febbraio.