Parte la mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici che spingono per il rinnovo del Contratto Collettivo nazionale di lavoro scaduto il 30 giugno 2024. Dopo la proclamazione dello stop al negoziato da parte di Fim-Fiom-Uilm per indisponibilità degli Industriali voler riconoscere le principali garanzie retributive, si avvia la fase di protesta.
I lavoratori si limiteranno a svolgere solo 8 ore di lavoro.
Le prime iniziative si segnalano tra i lavoratori del gruppo Leonardo SPA – Finmeccanica che, attraverso le RSU.
A partire dal mese di dicembre i metalmeccanici diranno stop a tutte le forme di flessibilità e allo straordinario. Si limiteranno a fare solo le 8 ore giornaliere ordinarie come previsto dal rapporto di lavoro e dal CCNL.
I sindacati, inoltre, hanno deciso di picchettare gli stabilimenti ogni sabato e fino alla scadenza del periodo di mobilitazione, 15 gennaio 2025, e comunque fino a che “le parti non si siedono al tavolo e trovano una soluzione”.
Dai sindacati fanno sapere che le iniziative di protesta partono dai lavoratori delle grandi aziende. “Spetta a noi smobilitare le acque – dichiarano le RSU – maggiormente perché noi apparteniamo a quel comparto che non è in crisi. Ma obiettivamente ci sentiamo anche la responsabilità come atto solidale nei confronti, diciamo di quelle piccole e micro imprese, dove i lavoratori non hanno la forza di mettersi assieme o non hanno la forza per contrastare il datore di lavoro o perché sono precari o perché non sono sindacalizzati”.
Ma anche i territori maggiormente sindacalizzati partecipano, come confermano dalla provincia di Reggio Emilia. Sono oltre 100 le aziende aderenti alla Unindustria / Federmeccanica nel mirino dei sindacati. I blocchi all’orario di lavoro e gli scioperi riguarderanno circa 30.000 lavoratori “con fermate a sorpresa, a singhiozzo, a scacchiera, per provare a convincere le proprie controparti a riconoscere aumenti superiori all’inflazione”.