Nella giornata di ieri l’ad di Stellantis Carlos Tavares ha rassegnato le sue dimissioni. La sua uscita di scena non fa venire meno, le prospettive negative circa la produzione auto in Italiane e le programmazione della cassa integrazione negli stabilimenti del gruppo.
La sospensione della produzione continua ad andare avanti in tutti gli stabilimenti del gruppo, a partire da Mirafiori, Termoli, Cassino, Melfi, che hanno già stabilito uno sforamento nel 2025 con Cig attivata oltre il periodo di Natale o richieste di prolungamento dei contratti di solidarietà. Nel breve periodo non ci sarà dunque l’inversione di tendenza auspicata dai sindacati. Gli 86.000 lavoratori che il Stellantis conta in Italia non possono tirare un sospiro di sollievo. Lo stesso vale per le altre decine di migliaia di lavoratori della Componentistica e della filiera dei servizi.
La scelta di Stellantis e delle altre aziende dell’Automotive è obbligata. Il regolamento Ue sul Green Deal prevede che dal prossimo anno, dal 2025, ove non si raggiunga una determinata proporzione tra il totale delle auto vendute e le auto endotermiche scatta il meccanismo della penalità. Le penalità, per le aziende automobilistiche europee, è cosa praticamente certa se non aumenta la vendita di auto elettriche. E siccome il mercato delle auto elettriche è in calo, a causa dei prezzi, le case automobilistiche stanno fermando la produzione di auto endotermiche.
Lo ha spiegato bene il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la scorsa settimana a Roma, durante l’Assemblea di Confartigianato, davanti ad una platea composta da imprenditori della filiera, politici, sindacalisti. Lo stesso Ministro ha anche annunciato che il Governo intende modificare quel regolamento, proprio per evitare queste distorsioni che si stanno ripercuotendo su produzione e salari.
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