Dipendenti Enti Locali, fumata nera sul rinnovo del CCNL

Fumata nera per il rinnovo del contratto dei dipendenti comunali. L’Aran e i sindacati si sono incontrati nella giornata di lunedì 2 dicembre, ma in mancanza di risorse da destinare agli aumenti Cgil e Uil non sembrano propense a firmare l’accordo.

Dipendenti comunali: le richieste dei sindacati

Inutile illudersi, difficile che per i dipendenti comunali possa arrivare un aumento di stipendio, almeno nel breve periodo. Come scrive Il Messaggero di martedì 3 dicembre, “il Tesoro ha stanziato già i fondi (si tratta di 5,5 miliardi di euro) per il prossimo triennio e dunque non riaprirà il bilancio per finanziare un contratto i cui confini finanziari sono considerati definiti.” Da Fp Cgil fanno sapere che “nonostante i lenti passi avanti, la distanza rispetto alle proposte da noi fatte è ancora troppo ampia.”

Cisl e Csa sarebbero pronte a firmare l’accordo, ma nel comparto delle Funzioni Locali Cgil e Uil hanno la maggioranza assoluta delle deleghe dei lavoratori. Le due sigle hanno ribadito più volte la loro contrarietà a:

  • settimana corta a parità di orario con il taglio di ferie e permessi, ingiusta e peggiorativa rispetto alle articolazioni attualmente già possibili con orario multiperiodale;
  • non riconoscere il buono pasto con più di 3 ore di assemblea sindacale;
  • non riconoscere la cumulabilità del maggior valore dei differenziali stipendiali delle educatrici inquadrate nell’area degli istruttori con la previsione del differenziale per la futura eventuale iscrizione all’albo degli educatori;
  • riconoscere l’incremento dell’importo del valore massimo delle EQ sino a 22.000 € a valere sui risparmi delle mancate assunzioni, ribadendo la nostra volontà che venga costituita l’area delle elevate qualificazione e il superamento dell’area degli operatori.

La risposta dell’Aran

Antonio Naddeo, presidente Aran, ha fatto presente che il taglio da 36 a 30 delle ore di lavoro per chi opta per la settimana di 4 giorni anziché 5 sarebbe troppo dispendioso per le casse statali. Senza contare che comporterebbe una differenziazione tra dipendenti pubblici chiamati a lavorare 36 ore e dipendenti pubblici a orario ridotto a parità di stipendio.

Nemmeno il nodo delle risorse per garantire gli aumenti sembra destinato a sciogliersi. Il Governo è alle prese con il nuovo Patto di Stabilità, quindi non metterà altre risorse sul tavolo.

Il prossimo incontro è fissato per martedì 17 dicembre. Gli animi però non sono dei più ottimisti.