Gli stipendi degli insegnanti e del personale ATA sono tra i più bassi d’Europa. Per recuperare il terreno perduto il Governo dovrebbe attivare interventi concreti e immediati.
Lo ha dichiarato il Segretario Generale della Uil Pierpaolo Bombardieri durante il consiglio generale di Uil Scuola Rua svoltosi a Riccione.
La situazione è di estrema difficoltà, “un’insegnante percepisce in media 1.600 euro netti al mese, mentre un collaboratore scolastico appena 1.100 euro”, ha dichiarato il sindacalista che insieme a Cgil ha proclamato lo sciopero del 29 novembre scorso.
“La scuola richiede interventi concreti e immediati, a partire dall’aumento delle retribuzioni”. Interventi che non sarebbero presenti nella legge di Bilancio in discussione in Parlamento.
A partire proprio dalla questione salariale. Per il rinnovo del CCNL 2021-2024 il Governo ha stanziato risorse per garantire un aumento al personale scolastico di circa il 6%. Risorse ritenute insufficienti dal sindacato.
Ma la manovra economica – sottolinea Bombardieri – “lascia aperte troppe questioni: dai tagli inaccettabili al personale alle mancate risposte sulla perdita del 16% del potere d’acquisto degli stipendi, un problema che va affrontato con urgenza. Servono risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto e la detassazione degli aumenti contrattuali”.
Quindi nella Manovra non sono state previste le risorse richieste dal sindacato per garantire un incremento stipendiale in linea con l’inflazione del triennio e in linea con i settori privati. Siamo ben lontani dell’intervento straordinario richiesto dai sindacati, che secondo le rivendicazioni avrebbe portato 400 euro in più sui minimi.
Previste invece nuove risorse pari a 11 milioni di euro per il triennio contrattuale 2025-2027 che porteranno nelle tasche dei lavoratori importi che arrivano fino a 550 euro in sei anni.
Ma per Bombardieri la situazione è un’altra. Per la scuola è necessario un provvedimento straordinario che le consenta di essere collocata “fuori dai vincoli di bilancio”. Una proposta che non sembra di facile applicazione viste le regole italiane e europee sui conti pubblici e patto di stabilità.
Deve “essere considerata non come fonte di risparmio bensì di investimento, altrimenti si pregiudicano inevitabilmente le sorti delle nuove generazioni e, quindi, del Paese”.