Pensioni 2025-2026 più basse: lo rivela il Ministero del Lavoro in questo Documento

Il 20 novembre scorso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato i nuovi coefficienti di trasformazione validi dal 2025 al 2026.

Vediamo che effetto avrà sugli assegni pensionistici dei prossimi anni.

Calcolo della Pensione, ogni due anni vengono aggiornati i coefficienti

Ogni due anni, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiorna i coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione.

I nuovi coefficienti di trasformazione in vigore dal 1° gennaio 2025.

I coefficienti sono calcolati in base alla speranza di vita della popolazione e il rendimento delle pensioni è sempre diminuito con l’eccezione del 2023, quando l’effetto covid ha notevolmente abbassato la speranza di vita della popolazione italiana.

Il calcolo contributivo della Pensione

I coefficienti riguardano il calcolo della retribuzione ai fini pensionistici individuata come “quota C“, cioè la parte contributiva.

La parte contributiva della pensione nella maggior parte dei casi riguarda la pensione maturata dal 1996 fino alla data di collocamento in quiescenza.

Tutti i contributi versati (del dipendente e datoriali) formano il montante contributivo sul quale viene calcolata la pensione.

I contributi versati vengono rivalutati annualmente in base all’aumento del Prodotto Interno Lordo (P.I.L) e non in base alla rivalutazione monetaria.

Alla fine del rapporto di lavoro, all’atto del collocamento in pensione, sulla somma di tutti i contributi versati (montante contributivo) viene applicato il coefficiente di trasformazione che rende il valore della pensione annua su tredici mensilità, infatti, dividendo per 13, si ottiene il valore della pensione mensile.

Una diminuzione del coefficiente di trasformazione, quindi, fa diminuire il valore del trattamento pensionistico. Che si traduce in meno soldi in tasca per i pensionati.

I nuovi coefficienti abbassano le pensioni di circa il 2%

L’aumento della speranza di vita porta ad una diminuzione dei trattamenti di quiescenza, che saranno erogati dal 2025, di circa un 2%.

La perdita, tuttavia, è compensata dall’incremento del valore del PIL che incrementa il valore del montante contributivo di circa il 3%. A favore dei pensionati entra in gioco, inoltre, ogni anno la rivalutazione in base all’inflazione, ulteriore aiuto nella difesa del potere di acquisto dei pensionati.