La platea dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione nel 2025 potrebbe allargarsi. D’altronde, i fondi stanziati nel 2025 per finanziare tale misura sono avanzati in maniera considerevole (tra 2 miliardi e 2 miliardi e mezzo su 7,1 miliardi a bilancio, come scrive La Repubblica): sintomo che qualcosa nella sua erogazione è andato storto.
Al Governo non resta quindi che modificare i requisiti di accesso, per consentire una più ampia fruizione dell’Assegno di Inclusione.
L’Assegno di Inclusione ha sostituito il Reddito di Cittadinanza ormai un anno fa. Spetta ai nuclei familiari con un ISEE entro i 9.360 euro e in cui vivono soggetti fragili: ossia minorenni, disabili, ultra 60enni o svantaggiati.
Secondo il Dipartimento ministeriale per le politiche del lavoro, ad aver fruito dell’Assegno di Inclusione nel 2024 sono state solo 590-600 mila famiglie. Se ne stimavano più di 700 mila.
Il Governo ha quindi deciso di allargare la platea senza però stanziare più fondi: 5,8 miliardi il prossimo anno e poi circa 6 miliardi a regime. Per farlo, occorre rivedere i requisiti di accesso.
Se l’emendamento presentato dal centro-destra alla Manovra di Bilancio 2025 dovesse passare, i requisiti per l’accesso all’Assegno di Inclusione salirebbero tutti dell’8,33%:
Inoltre, secondo quanto riporta La Repubblica di domenica 15 dicembre, l’affitto dovrebbe tornare nel computo del reddito, fino a 10.140 euro. La sua cancellazione aveva portato a tantissime esclusioni, pertanto questa modifica dovrebbe ampliare notevolmente la platea dei beneficiari. E anche chi è rimasto escluso per via di un ISEE poco più alto di quello previsto dalla norma, nel 2025 ha speranza di rientrarci.
Con i nuovi requisiti reddituali salirebbero anche gli importi caricati mensilmente sulla carta di Inclusione. Facciamo un esempio. Se ad oggi, l’integrazione per un single che ha reddito pari a 0 euro è di 6.000 euro annui, quindi 500 euro mensili, dal prossimo anno potrebbe salire a 541,66 euro (6.500 euro annui di integrazione erogata a titolo di Assegno di Inclusione divisi in 12 mensilità).
Per un single con un reddito pari a 3.000 euro, per esempio, l’Assegno di Inclusione avrebbe un valore a 3.500 euro annui, quindi 291,66 euro al mese per 12 mensilità. Con le attuali fasce reddituali, lo stesso single oggi ha diritto a 250 euro al mese.
Lo stesso vale per quei nuclei familiari con soggetti fragili (minori, over 60, disabili). Cambiando la soglia reddituale ci sarà una rivalutazione della scala di equivalenza con conseguente aumento della rata mensile.