Dopo l’approvazione dell’Ordine del Giorno da parte della Camera dei Deputati che impegna il Governo a garantire i buoni pasto al personale scolastico, arrivano i primi commenti da parte delle organizzazioni sindacali.
A farsi sentire è ANIEF che attraverso il suo Presidente Marcello Pacifico stabilisce, per primo, il perimetro di gioco.
Ma facciamo un passo indietro. Durante la seduta dei lavori del 20 dicembre scorso la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno della deputata leghista Giovanna Miele che impegna il Governo a mettere in atto quelle azioni necessarie per garantire i ticket del pasto al personale scolastico.
Nel documento si parla di eliminare una disparità considerata “ingiusta e illegittima”, poichè gli altri settori della pubblica amministrazione sono coperti. Viene messo in risalto il ruolo del personale ATA, che svolge un ruolo “prezioso” nel supportare docenti, studenti e famiglie.
Si tratta di un passaggio politico importante perchè per la prima volta il Parlamento affronta il problema chiedendo al Governo una soluzione.
La soluzione non può che passare dal CCNL. L’unica fonte che può stabilire il diritto per tutto il personale scolastico al buono pasto, giacché il servizio mensa non viene assicurato a tutti o comunque non è presente in tutti i plessi.
Il tema dovrà quindi essere discusso quando si avvierà con ARAN la trattative per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca, con l’obiettivo di garantire il ticket a tutti coloro che non hanno l’opportunità di fruire del servizio mensa scolastica. O comunque a coloro che svolgono un numero minimo di ore di servizio (come avviene nel comparto sanitario, ad esempio).
“Il sindacato crede molto in questa battaglia – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e secondo noi sarebbe importante introdurre dei buoni pasto pari a circa 12-13 euro al giorno. (…) E adesso – conclude Pacifico – faremo di tutto per arrivare anche all’assegnazione dei buoni pasto anche per il personale della scuola”.
Insomma secondo ANIEF occorre definire un importo congruo, in linea con il rialzo dei prezzi al consumo che possa essere in grado di difendere il potere d’acquisto del personale scolastico. Tutto però dipenderà dalle risorse che potranno essere destinate a questa misura di welfare.