CGIL, UIL e USB hanno comunicato che, a seguito di segnalazioni pervenute circa il malfunzionamento della piattaforma online per il referendum sull’accordo di rinnovo del Contratto collettivo Funzioni Centrali. La data ultima per esprimere il proprio voto è stata spostata dal 21 al 31 dicembre 2024.
Le organizzazioni sindacali che invitano a votare NO, hanno dato le seguenti istruzioni di voto:
Le organizzazioni sindacali che hanno organizzato l’evento – Fp Cgil, Uil Pa e Usb PI –hanno sostengono che l’affluenza al voto sia elevata.
La chiusura della consultazione, che doveva avvenire il 21 dicembre, a causa di problemi di connessione, è stata spostata al 31 dicembre 2024, data di scadenza del contratto non ancora rinnovato.
L’accordo di rinnovo del CCNL Funzioni Centrali prevede un aumento lordo medio di 160 euro – compreso l’inesistente personale delle Elevate Qualifiche – che determina una perdita del potere di acquisto, nel periodo 2022-2024, di oltre il 10%, a fronte di un’inflazione che nel triennio 2022/24 ha raggiunto il 16.5%.
Ma non c’è solo questo aspetto a penalizzare i dipendenti pubblici. L’accordo prevede che il calcolo degli arretrati non tenga conto del conguaglio sull’IVC, determinando una abbattimento degli aumenti economici sul periodo precedente l’intesa, in particolare per il 2022-2023, che non ha precedenti nel pubblico impiego. In questo articolo abbiamo parlato di “Arretrati scomparsi”, che gli statali non vedranno più: si tratta di importi che vanno dai 400 ai 550 euro.
Per conoscere gli importi netti degli Arretrati maturati al 31 dicembre 2024, frutto dell’intesa separata del 6 novembre scorso, clicca qui.