La Manovra 2025 è legge: il Bonus Meloni scompare, sostituito da una nuova modalità di calcolo del taglio del cuneo fiscale che promette maggiore equità ma solleva polemiche.
Con l’approvazione della Manovra 2025, il controverso Bonus Meloni lascia spazio a una riforma del taglio del cuneo fiscale.
La principale modifica consiste nel passaggio dal calcolo basato sull’imponibile previdenziale a quello sull’imponibile fiscale. Questa nuova modalità punta a stabilizzare gli stipendi mensili e a eliminare i problemi legati al superamento dell’imponibile previdenziale.
La legge introduce cinque fasce di beneficio fiscale:
Per i dipendenti pubblici, l’imponibile fiscale risulta inferiore rispetto ai privati, a causa di ritenute previdenziali maggiori (11,15% contro 9,19%). Questo genera differenze nel beneficio netto percepito tra le due categorie, ma l’intervento risulta fiscalmente neutro, senza influire su ISEE o assegno unico.
La nuova normativa garantisce stipendi più stabili e evita oscillazioni mensili, con il conguaglio fiscale effettuato a fine anno, ma i benefici sono inferiori rispetto al passato, soprattutto per i redditi medi. Solo a partire dai 32.000 euro annui i vantaggi diventano significativi. Gli aspetti positivi includono la neutralità fiscale e la continuità dei benefici, che non vengono più sospesi a causa di superamenti dell’imponibile previdenziale.
Tuttavia, rimane forte il dibattito sulla reale equità della misura, con molte famiglie che vedono ridursi il netto mensile rispetto al precedente Bonus Meloni. Ecco come i bonus influiscono sulle retribuzioni.
Il totale delle ritenute previdenziali a carico del dipendente sono, pertanto, circa l’11,15% mentre nel privato l’aliquota per il fondo pensione è pari al 9,19%.
A parità di imponibile previdenziale, pertanto, l’imponibile fiscale è diverso tra dipendenti pubblici e privati.
Ricapitoliamo i cambiamenti previsti dalla prossima legge di bilancio che prevede i seguenti bonus:
I benefici per i dipendenti sono inferiori rispetto alla precedente normativa.
Solo a partire dai 32.000 euro infatti cominciano i guadagni a favore dei dipendenti.