NASpI Gennaio: i Percettori vedono tagli all’Importo (anche di 500€). Ecco cosa sta facendo INPS

INPS ha avviato le lavorazioni dell’indennità di disoccupazione NASpI di gennaio, ma forse una parte dei percettori avrebbe preferito non vederle. In alcuni casi, infatti, l’Istituto Previdenziale ha effettuato dei tagli imponenti che hanno anche dimezzato l’importo in pagamento.

Cerchiamo di capirne il perché.

NASpI gennaio 2025, perché INPS effettua dei tagli?

INPS ha preso in carico le pratiche NASpI subito dopo l’Epifania. Già da martedì 7 gennaio, infatti, i titolari dell’indennità hanno iniziato a visualizzare sul loro Fascicolo Previdenziale le lavorazioni, con annesso l’importo in pagamento. Importo che ahimè, in molti casi, risulta notevolmente più basso del solito.

Il motivo è semplice. La NASpI di gennaio fa riferimento alla mensilità di dicembre e proprio sulla rata relativa a dicembre INPS calcola i conguagli fiscali: sono questi a far aumentare o diminuire l’importo spettante, a seconda che siano rispettivamente a credito o a debito.

Quelli che creano maggiore preoccupazione sono i conguagli a debito, che possono tagliare l’importo anche di 500-600 euro, come nel caso che segue:

In questo caso specifico, la differenza tra il lordo e il netto è di quasi 553 euro. La rata in pagamento è quasi dimezzata.

Conguagli sulla rata di gennaio 2025

INPS effettua un conguaglio a debito quando nel corso dell’anno precedente il percettore ha avuto delle trattenute IRPEF più basse di quelle che effettivamente avrebbe dovuto pagare. Pertanto, a dicembre (quindi con la NASpI pagata a gennaio) INPS recupera la differenza tramite conguaglio.

Al contrario, INPS riconosce un conguaglio a credito quando nel 2024 il beneficiario ha subito più trattenute IRPEF del dovuto e pertanto con la mensilità NASpI relativa a dicembre gli riaccredita la differenza.

Nel caso appena visto, il titolare della NASpI nel corso del 2024 ha subito una trattenuta IRPEF inferiore di 553 euro a quella che avrebbe dovuto subire. Per questo motivo INPS glieli ha “scalati” dalla rata in pagamento a gennaio.

Con la mensilità di febbraio tutto dovrebbe tornare alla normalità. A patto di comunicare all’INPS il reddito presunto per il 2025 entro il prossimo 31 gennaio. Senza tale informazione, infatti, l’Istituto Previdenziale sospende i pagamenti finché il percettore non avrà adempiuto all’obbligo.