Vince una causa contro il Ministero dell’Istruzione ma da Viale Trastevere non adempiono al disposto del Giudice. Così la docente si rivolge al Tribunale Amministrativo Regionale che le da ragione nuovamente.
Vediamo cosa è successo ad una docente della provincia di Grosseto secondo quanto riporta la cronaca locale del quotidiano La Nazione.
Dopo tre anni di supplenze in istituti scolastici dal 2020 al 2023 una docente fa ricorso al giudice ordinario che le riconosce il diritto a 4.000 euro in una sentenza emessa il 10 gennaio 2024. Un anno fa. Oltre alle spettanze, derivanti dall’applicazione irregolare della normativa sui contratti a termine, il Tribunale di Grosseto le riconosce il diritto a 1.500 euro quale totale di tre annualità perdute della Carta Docente. La Carta Docente, pari a 500 euro per ogni anno, fino al 2024 era esclusa per gli insegnanti a tempo determinato.
Ma nonostante il provvedimento giudiziario a Viale Trastevere non avanzano di un millimetro. Dopo un anno nessuna spettanza è stata ricosciuta. E così la docente ha dovuto far ricorso al TAR della Toscana per chiedere l’esecuzione del disposto del Tribunale.
Dopo un ulteriore anno di attesa arriva anche la sentenza del TAR Toscana che ordina il Ministero dell’Istruzione, parte inadempiente, a dare seguito alla sentenza del giudice del lavoro di Grosseto e pagare così gli stipendi arretrati. All’insegnante andranno anche le more e gli interessi legali finora maturati. Il Ministero è stato condannato anche liquidare le spese legali.
Un comportamento incomprensibile da parte dell’Amministrazione pubblica, conferma di una condotta sprezzante verso anche i provvedimenti dell’Autorità giudiziaria che continuano a non essere rispettati.
Il caso, frutto di una vertenza giudiziaria, si aggiunge alla lunga sequela di comportamente anomali da parte di Viale Trastevere nei confronti, in particolare del personale supplente, sia docente che ata, sempre più emarginato e costretto ad elemosinare lo stipendio maturato dopo mesi dalla prestazione del servizio nelle scuole.
Foto Credit: www.depositphotos.com