Assegno di Inclusione: ci sono le prime lavorazioni di Gennaio. INPS anticipa ma non esclude ritardi

Le ricariche di gennaio dell’Assegno di Inclusione potrebbero slittare, nonostante INPS ne abbia già reso note le date di pagamento e le prime lavorazioni sono partite in data 13 gennaio (in anticipo sulla tabella di marcia).

Un nuovo sistema di pagamenti a cui INPS ha aderito, infatti, potrebbe comportare un ritardo negli accrediti. Vediamo meglio.

Date ricariche Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione spetta alle famiglie il cui ISEE non supera i 10.140 euro e in cui sono presenti membri disabili, minorenni, over 60 o in condizione di svantaggio. Nel 2025 potranno beneficiarne più famiglie rispetto al 2024 visto l’innalzamento della soglia ISEE per accedervi.

La prima rata del 2025 è attesa per mercoledì 15 gennaio. A beneficiare della ricarica di metà mese è chi, tra i beneficiari suddetti, è in attesa della prima mensilità o degli arretrati. Tutti gli altri, invece, riscuoteranno il 27 gennaio.

Le prime lavorazioni ci sono state il 13 gennaio, si tratta di arretrati, come dimostra questa immagine visualizzata da un beneficiario:

Le date di pagamento dell’AdI sono certe perché INPS le ha comunicate addirittura l’anno scorso, nel messaggio n. 4326 del 18 dicembre. Tuttavia, c’è il rischio che l’Istituto Previdenziale non riesca a rispettarle.

Perché INPS potrebbe non essere puntuale

Il motivo è da ricondurre al messaggio INPS del 2 gennaio. Dal 1° gennaio di quest’anno, fa sapere l’Istituto, INPS ha aderito al sistema Re.Tes. della Banca d’Italia, relativo ai servizi della Tesoreria dello Stato. Questa innovazione ha introdotto delle nuove modalità di dialogo completamente telematiche per i pagamenti e le riscossioni e ha perciò comportato delle operazioni iniziali di adattamento delle procedure.

Per adattare le nuove procedure l’INPS ha bisogno di qualche giorno in più, con possibili ripercussioni anche sull’Assegno di Inclusione e su tutte le altre prestazioni previdenziali, a esclusione delle pensioni. Lo stesso messaggio, infatti, avverte:

«Durante i primi giorni di operatività di Re.Tes., potrebbero verificarsi alcuni, eventuali ritardi nei pagamenti delle prestazioni non pensionistiche […]».

Qualora le operazioni di adattamento al nuovo sistema richiedessero un po’ più tempo del previsto, l’INPS potrebbe non riuscire a pagare l’Assegno di Inclusione puntuale. La certezza la avremo solo quando l’Istituto darà avvio alle lavorazioni.