Il 14 gennaio 2025 si è svolto un incontro cruciale tra l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e i sindacati del personale sanitario per chiudere il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del personale Sanitario impiegato presso le strutture pubbliche, triennio 2022-2024. Il CCNL si applica a 581.000 lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico.
Nonostante l’accordo fosse ad un passo, come annunciato anche dal Presidente dell’ARAN Antonio Naddeo durante il mese di dicembre, la firma non è arrivata. Determinante è stato il mancato raggiungimento del quorum del 51% della rappresentatività sindacale, requisito fondamentale per la validità dell’intesa.
Il rinnovo del CCNL, che prevede aumenti salariali pari a 172,37 euro mensili per il personale sanitario, ha visto un’accesa divisione tra i sindacati.
A favore dell’accordo si sono espressi Fials, Cisl Fp e Nursind sindacato autonomo degli infermieri. Al contrario, Fp Cgil, Uilpa e Nursing Up hanno espresso disaccordo.
Risultato: sfuma l’intesa sugli aumenti stipendiali attesi dal personale sanitario e i sindacati sono, ora, l’uno contro l’altro. Al centro della disputa le risorse stanziate dal Governo, che i sindacati Fp Cgil, Uilpa, Nursing Up ritengono inadeguate per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori e distribuite in maniera non corretta. Parliamo di:
Complessivamente si tratta di 1,784 miliardi di euro.
La mancata firma del rinnovo CCNL rinvia, di fatto, l’applicazione degli aumenti retributivi previsti, che erano attesi da migliaia di operatori sanitari, tra cui infermieri, tecnici e altri professionisti del settore. Questi aumenti salariali, pari a 172,37 euro mensili per 13 mensilità avrebbero fatto registrare un incremento del 6,8% dei minimi tabellari– Gli adeguamenti dei cedolini da parte di NoiPA sarebbero arrivati già dalla prossima primavera.
Ora, le parti coinvolte dovranno cercare di superare le divergenze e lavorare per raggiungere un’intesa che permetta di applicare gli aumenti salariali stanziati dal rinnovo del CCNL. In caso contrario, il settore sanitario rischia di trovarsi ancora una volta senza risposte concrete alle proprie necessità economiche e professionali per un rinnovo che comunque arriverebbe già in ritardo, perchè parliamo del triennio 2022-2024.
Secondo quanto dichiarato dal Presidente ARAN Antonio Naddeo ora i tempi potrebbero essere più lunghi del previsto perchè sta per partire la fase di rinnovo delle RSU (Rappresentanze sindacali unitarie) “in cui diventerà più aspro il conflitto sindacale e sarà oggettivamente complicato programmare nuovi incontri per il rinnovo del Contratto per il Comparto Sanità”. Naddeo esprime delusione anche perchè la chiusura di questa vertenza avrebbe consentito di riaprire rapidamente il negoziato per quella successiva: rinnovo CCNL 2025-2027. Considerato che le risorse sono già state stanziate nella Manovra di Bilancio.
Vedremo se realmente andrà così e qual è il ruolo che giocherà il Governo in questa fase. Se interverrà con ulteriori risorse a disposizione delle parti sociali oppure chiuderà i cordoni della borsa, sperando in un ricompattamento tra le organizzazioni sindacali che – almeno per il momento – appare assai difficile. Anche perchè le divisioni manifestate sul tavolo del CCNL Sanità fanno seguito a quelle già viste col rinnovo del CCNL Funzioni Centrali. In quel caso però la rappresentatività con piccole sigle sindacali autonome si è raggiunta e il rinnovo sottoscritto con l’intesa del 6 novembre 2024.