Contratto Metalmeccanici: “Ora taglio tasse sugli Aumenti salariali. No a 173€. Governo tutela solo Partite IVA e chi gioca in Borsa”

Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per l’Industria Metalmeccanica, scaduto il 30 giugno 2024, è a un bivio. La rottura tra Federmeccanica e Assistal da un lato e i sindacati Fim-Fiom-Uilm dall’altro, hanno portata a due mesi di proteste e scioperi conclusi il 15 gennaio e lasciato i lavoratori in un limbo di incertezze e preoccupazioni. Ora i sindacati attendono la convocazione del tavolo e la disponibilità degli Industriali a chiudere il rinnovo in tempi strettissimi.

Ma da Fim, Fiom e Uilm, non giunge solo la richiesta agli Industriali di accelerare, chiedono anche che il Governo, finora silente e privo di iniziative a sostegno del negoziato, intervenga per favorire una conclusione positiva della vertenza per il rinnovo del CCNL.

Il no agli aumenti “Gratta e Vinci” da 173 euro

Nel mese di dicembre 2024 e gennaio 2025, le tensioni tra sindacati e associazioni industriali sono esplose in scioperi articolati e stop a straordinari e flessibilità, che hanno coinvolto migliaia di lavoratori del settore metalmeccanico in tutta Italia. La fase di mobilitazione è terminata il 15 gennaio ma dai sindacati non escludono un rilancio del conflitto se gli Industriali non accantoneranno la loro contro-piattaforma.

Le principali problematiche in gioco riguardano gli aumenti salariali con la richiesta di 280 euro fino al 30 giugno 2027, abbandonando la logica degli aumenti “Gratta e Vinci” proposti da Federmeccanica che porterebbe a 173 euro di aumento ballerini.

E poi interventi per limitare la precarietà, più trasparenza negli appalti, limitare l’utilizzo dello staff leasing, più welfare e formazione per la modernizzazione del settore metalmeccanico, fortemente influenzato dalla digitalizzazione e dall’innovazione tecnologica.

Governo indifferente: “ora taglio tasse sugli Aumenti”

Oltre alla lunga trattativa tra sindacati e industriali, un altro elemento che ha infiammato il dibattito è stato l’atteggiamento del Governo, accusato dai sindacati di non aver preso posizione sulla vertenza. Fim, Fiom e Uilm lamentano un’assenza di intervento politico concreto da parte dell’esecutivo, che, a loro dire, ha preferito concentrarsi su altri temi, in particolare quelli legati alle Partite Iva, senza riconoscere l’importanza di risolvere la vertenza dei metalmeccanici.

La critica dei sindacati è stata netta: il Governo, secondo loro, ha mostrato grande indifferenza verso il settore (anche con i tagli al Settore Automotive di circa 4 milioni di euro) e le sue problematiche, trascurando la possibilità di sostenere le parti verso la mediazione, con interventi concreti. In particolare, i sindacati chiedono ora che l’esecutivo intervenga attraverso un intervento fiscale per detassare gli aumenti salariali che saranno previsti dal rinnovo del CCNL fino al 2027. Un’azione di questo tipo permetterebbe di aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, sostenendo così le famiglie dei metalmeccanici e contribuendo a garantire una crescita stabile del settore.

Fernando Uliano Segretario Generale Fim Cisl la spiega così al quotidiano Avvenire:

“già nel contratto precedente abbiamo chiesto una detassazione epr gli aumenti legati al rinnovo del contratto ma gli interventi sul Fisco il Governo li fa solo altrove: penso alle partite Iva o ad altri. Chi gioca in Borsa ha una tassazione inferiore a chi va tutti i giorni in fabbrica”.

Insomma i sindacati pensano che un intervento di Meloni & Company con la detassazione potrebbe fungere da stimolo per favorire una rapida conclusione delle trattative e, soprattutto, evitare che il prolungato stallo continui a danneggiare economicamente le famiglie dei lavoratori. In questo contesto, i sindacati chiedono che il Governo non privilegi le tematiche relative alle Partite Iva e le esigenze dei lavoratori autonomi, lasciando in secondo piano i problemi dei lavoratori dipendenti, che rappresentano una fetta significativa della forza lavoro italiana.