Il rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) del pubblico impiego è da tempo un tema caldo nelle trattative tra sindacati e governo. La proposta avanzata da Rita Longobardi, Segretario Generale della Uil FLP, sindacato che rappresenta il personale sanitario, offre una soluzione per sbloccare una situazione che sta generando crescente preoccupazione tra i lavoratori pubblici considerato che i contratti sono scaduti il 31 dicembre 2021.
La proposta, raccolta da Il Sole 24 Ore in edicola oggi, si concentra su due punti chiave: un incremento extra degli stipendi per il triennio 2022-2024 e la detassazione degli aumenti contrattuali.
Analizziamo nel dettaglio cosa prevede questa proposta e quali sono le sue implicazioni per i lavoratori del settore pubblico.
Una delle principali richieste della Uil FLP riguarda l’introduzione di uno specifico provvedimento legislativo che consenta la detassazione degli aumenti contrattuali previsti per il rinnovo dei CCNL del pubblico impiego. Quelli ancora aperti sono Sanità, Scuola, Enti Locali, Vigili del Fuoco. In sostanza, il sindacato chiede che gli incrementi salariali concessi ai lavoratori pubblici non vengano tassati o tassati in maniera ridotta, al fine di garantire che l’aumento reale per i dipendenti pubblici sia maggiore rispetto a quello che risulterebbe se venisse applicata la normale tassazione. Analoga richiesta è arrivata dai sindacati metalmeccanici per il settore privato.
Questa proposta, se accolta, rappresenterebbe un intervento diretto per migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori del settore pubblico, che sono tra i più colpiti dall’inflazione e dal costo della vita in continuo aumento. La detassazione renderebbe gli aumenti salariali effettivamente più consistenti, aiutando a contrastare l’impatto dell’inflazione sui bilanci familiari dei dipendenti pubblici. Mettendo, almeno per il momento, fine alla “povertà retributiva del pubblico impiego” di cui parlano i sindacati.
Il secondo punto della proposta della Uil FLP riguarda l’utilizzo delle risorse già stanziate nel Bilancio dello Stato per il primo anno del triennio contrattuale successivo (2025-2027). Vale a dire il 2025. L’idea è di anticipare questi fondi per incrementare gli stipendi per il triennio 2022-2024, che ad oggi sono giudicati insufficienti rispetto all’adeguamento al costo della vita.
Il Governo aveva già previsto delle risorse per gli aumenti salariali relativi al triennio 2025-2027, ma la proposta della Uil FLP chiede che questi soldi vengano in parte anticipati e destinati agli aumenti per il triennio precedente, il 2022-2024. La ragione di questa richiesta è semplice: il 6% di aumento proposto dal Governo per il periodo 2022-2024 è considerato insufficiente e non trova l’intesa di tutti i sindacati (come visto nel comparto Funzioni Centrali e soprattutto nella Sanità). E tanto più in un contesto economico segnato da un’inflazione che ha raggiunto il 16-17% nel triennio 2022-2024, mettendo a dura prova il potere d’acquisto dei lavoratori pubblici.
Ora la palla passa al Governo che attraverso il Ministro della PA Paolo Zangrillo ha già fatto sapere di non voler aprire a nuove iniziative. Ma, le cose, si sa, potrebbe cambiare da un momento all’altro.