La produzione di Stellantis a Mirafiori ha recentemente ripreso slancio, con la decisione di riaprire i reparti produzione della 500 elettrica Bev e delle vetture Maserati. Queste scelte hanno segnato una nuova fase di rilancio per lo stabilimento torinese e per le sorti di tutto il Gruppo, facendo ben sperare gli oltre 40.000 dipendenti.
Nonostante l’ottimismo generato dalle novità degli ultimi giorni il Segretario di Fim Cisl responsabile per Mirafiori, Igor Albera, lancia un avvertimento importante. Gli ammortizzatori sociali sono ancora aperti per i primi sette mesi del 2025, per cui c’è poco da festeggiare.
La riapertura della produzione, pur essendo un passo importante per il ritorno alla normalità, è per ora un riavvio a tempo, come sottolineato dal rappresentante sindacale che parla di “frettoloso ottimismo” anche perchè le due vetture in produzione “appartengono a settori di nicchia: le due sportive lusso e la city-car elettrica in stile retrò sono indubbiamente prodotti belli e desiderabili, ma altrettanto sicuramente costosi e non più “freschi” (specie la 500)”, sottolinea il sindacalista.
Le Tredicesime da 500 euro prese a dicembre non sono ancora un ricordo lontano nel tempo. Bisogna fare i conti con la realtà. E la realtà ci dice che la Cassa Integrazione Straordinaria è stata estesa sotto forma di Contratto di Solidarietà ai primi 7 mesi del 2025 attraverso un accordo sindacale, anche resta ancora attivo. Segno evidente che le incertezze legate al futuro occupazionale degli operai di Mirafiori e gli altri siti produttivi italiani non sono ancora risolte.
Un altro segnale di preoccupazione – che va in questa direzione – arriva da Atessa, dove – notizia di oggi – la cassa integrazione per circa 1.500 tra operai e impiegati è stata estesa fino al 2 marzo 2025. Questa misura dimostra che, sebbene ci siano segnali di ripresa in alcune aree, la crisi che ha colpito il settore automobilistico è ancora lontana dall’essere superata.
Il fatto che gli accordi sugli ammortizzatori sociali siano stati estesi fino a luglio 2025 – e che la Direzione aziendale non ha fatto alcun passo indietro – suggerisce che, nonostante la ripresa della produzione, il futuro occupazionale dell’Automotive non è ancora garantito. Durante questa timida ripresa Stellantis potrebbe decidere di ridurre temporaneamente l’orario di lavoro e gli stipendi, soprattutto se la domanda di mercato non dovesse crescere come previsto.
In pratica, l’accordo lascia aperta la possibilità che il gruppo ex Fiat utilizzi un numero maggiore di ore di cassa integrazione rispetto a quelle “consumate” in questa fase di ripartenza. Ciò potrebbe accadere nel caso in cui la produzione non riuscisse a tenere il passo con le previsioni aziendali o se le difficoltà nel settore automobilistico dovessero persistere.
Foto Credit: www.depositphotos.com