Anche se le trattative per il rinnovo del contratto per il Comparto Scuola non sono iniziate, la questione degli arretrati per il biennio 2022-2023 interessa tutti e anche il personale della Scuola andato in pensione.
Per quanto riguarda i rinnovi contrattuali, il governo non ha stanziato alcuna somma per il biennio 2022-2023.
Le somme stanziate hanno riguardato solamente l’attribuzione della quota di indennità vacanza contrattuale nella misura del 0,3% da aprile a giugno 2022 elevata allo 0,5% dal luglio 2022.
Per l’anno 2023 il governo ha stanziato solamente un emolumento una tantum dell’1,5% per limitare gli effetti dell’inflazione.
Per Docenti e ATA gli arretrati per gli anni 2022-2023 pertanto ammontano a zero euro.
Il Governo, anziché destinare l’aumento degli stipendi, ha preferito dirottare le risorse sulla decontribuzione.
La decontribuzione, tuttavia, non ha riguardato solo i dipendenti della Scuola, ma tutti i dipendenti, pubblici e privati, con un reddito lordo inferiore a 35 mila euro.
Per il personale andato in pensione nel biennio 2022-2023 oltre a non esserci arretrati di stipendio, non ci saranno arretrati di pensione in quanto gli aumenti di zero euro non vanno ad incidere sulla base pensionistica retributiva e contributiva.
Nello stesso tempo, gli aumenti di zero euro non incidono sul TFR.