I braccianti hanno tempo fino a marzo per richiedere l’indennità di disoccupazione agricola. Questa spetta a chi nel biennio 2023-2024 ha lavorato nei campi per un numero minimo di giornate. Spetta sia agli operai agricoli a tempo determinato che indeterminato.
La tipologia di contratto e il numero di giorni lavorati nei campi influiscono sull’importo in pagamento. Vediamo meglio.
Esattamente come la disoccupazione ordinaria NASpI, anche la disoccupazione agricola va richiesta all’INPS: il pagamento non parte in automatico. La domanda va presentata entro il prossimo 31 marzo.
INPS accoglierà le istanze presentate dai braccianti agricoli che:
Possono richiederla gli operai agricoli, i piccoli coloni, i compartecipanti familiari e i piccoli coltivatori diretti che rispettano i suddetti requisiti.
Se non si è accumulato almeno 102 contributi giornalieri nel biennio precedente, INPS non potrà accogliere la domanda di disoccupazione agricola, che quindi non verrà pagata. Ma come sono calcolate queste 102 giornate?
Innanzitutto va specificato che non importa che siano state lavorate tutte nel settore dell’agricoltura. Come fa sapere l’INPS, infatti, il requisito è perfezionabile anche considerando i contributi giornalieri versati in relazione a un’altra attività dipendente non agricola. Quindi anche quelli maturati facendo un altro lavoro fanno cumulo, a condizione che quelli versati per l’attività agricola prevalgano nell’anno o nel biennio di riferimento.
Inoltre, per il raggiungimento dei 102 contributi, sono utilizzabili anche quelli figurativi relativi a periodi di maternità obbligatoria e di congedo parentale, compresi nel biennio utile.
Ma ci sono altre giornate che possono accumularsi a quelle lavorate nei campi per raggiungere “quota 102”. Ai fini previdenziali e assistenziali (quindi anche ai fini della disoccupazione agricola), i lavoratori agricoli a tempo determinato possono far valere le giornate non lavorate per interventi di prevenzione e compensazione dei danni per calamità naturali o eventi eccezionali.
Possono farlo grazie al meccanismo del trascinamento delle giornate, riservato però solo ai braccianti che rispettano specifici requisiti.
INPS deve sapere quali sono le giornate da “trascinare” entro il 24 febbraio 2025. Rispettare la scadenza è fondamentale per consentire alle strutture territoriali di procedere alla validazione delle domande in tempo utile alla compilazione degli elenchi annuali valevoli per l’anno 2024.
Come detto a inizio articolo, l’importo della disoccupazione agricola varia in base al numero di giornate lavorate nel biennio precedente e alla tipologia di contratto.
L’importo, pagato in un’unica soluzione direttamente dall’INPS, è pari: