Il 27 febbraio 2025, presso l’ARAN, si aprirà ufficialmente il tavolo per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca. Un’apertura tardiva, considerando che il contratto riguarda il triennio 2022-2024, ormai tecnicamente scaduto.
I sindacati avevano più volte denunciato i ritardi del Governo, in particolare per il mancato invio dell’Atto di indirizzo, indispensabile per avviare le trattative. Tale documento è stato trasmesso solo pochi giorni fa e, ad oggi, non è ancora stato reso pubblico.
Il Flc-Cgil ha chiarito la sua posizione con un comunicato ufficiale apparso sul sito web, che rivendica le richieste della Piattaforma rivendicativa. Il sindacato sottolinea che il rinnovo, nonostante il ritardo, deve garantire miglioramenti concreti per tutti i lavoratori del comparto.
Tra le principali richieste:
Il sindacato chiede inoltre di riportare alla contrattazione collettiva molte materie che negli ultimi anni sono state regolate direttamente dalle leggi, riducendo il peso delle trattative sindacali.
Scuola
Ricerca
Università
AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale)
Uno dei punti centrali della trattativa sarà l’aumento retributivo. Il Flc-Cgil, sostenuto da una parte del fronte sindacale, chiede un aumento 400 euro per i docenti e ATA collegato ad un incremento inflattivo del 17% circa.
Questa richiesta si collega direttamente alle mobilitazioni sindacali del 2024, con gli scioperi tra ottobre e novembre, in cui si denunciava l’insufficienza delle risorse stanziate dal Governo per il rinnovo del contratto.
Diversamente, sottolinea il sindacato di Via Serra, i lavoratori avranno una perdita che si aggira intorno ai 3.500 euro.
Il tavolo del 27 febbraio sarà quindi un primo banco di prova fondamentale per capire se il nuovo contratto risponderà davvero alle esigenze del personale scolastico e universitario.