A breve partiranno i pagamenti della NASpI di marzo. Tempo una decina di giorni e i disoccupati titolari dell’indennità riceveranno l’accredito relativo al mese di febbraio.
Di mese in mese l’importo può variare se si verificano determinate condizioni che incidono sul totale. Per tale motivo la NASpI di marzo può essere più alta.
La NASpI è l’indennità di disoccupazione che spetta a chi ha perso il lavoro involontariamente e vanta almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione versate nei quattro anni precedenti alla disoccupazione stessa.
La NASpI in arrivo a marzo, come detto, fa riferimento al mese di febbraio. Questo perché INPS eroga l’indennità sempre il mese dopo a quello a cui si riferisce. Ma oltre a quella relativa a febbraio, a marzo qualcuno potrebbe ricevere anche la NASpI di gennaio. È il caso di coloro che il mese scorso non hanno riscosso l’indennità perché non avevano comunicato all’INPS il reddito presunto per il 2025.
Far sapere all’Istituto Previdenziale il reddito che si presume di percepire l’anno in corso è fondamentale ed è la condizione per continuare a percepire la NASpI senza interruzioni. Va fatto entro il 31 gennaio di ogni anno. Chi non ha rispettato la scadenza è incappato nella sospensione dei pagamenti, quindi a febbraio non ha percepito l’indennità.
INPS sblocca gli accrediti non appena il percettore gli comunica il reddito presunto. Quindi, chi non ha ricevuto la NASpI a febbraio perché non aveva fatto sapere all’INPS il reddito presunto entro il 31 gennaio ma nel corso di febbraio ha rimediato, a marzo riceverà un doppio accredito: la rata di febbraio, relativa a gennaio, e quella di marzo, relativa a febbraio.
L’importo della NASpI di marzo può essere più alto anche per via di altre voci. Il pagamento riscosso a febbraio, per esempio, potrebbe essere stato parziale. Ciò significa che INPS ha pagato solo una parte delle giornate: il restante arriverà a marzo.
Nella NASpI in pagamento a marzo, quindi, potrebbero essere conteggiati:
Il pagamento relativo a gennaio è dunque un arretrato. Così come è un arretrato il trattamento integrativo relativo a gennaio e/o a febbraio e non ancora riscosso. Anche in questo caso, l’INPS potrebbe decidere di erogarlo a marzo. È vero che arriva tramite un bonifico separato dall’indennità ordinaria, ma comunque fa innalzare il valore totale della NASpI. Ne hanno diritto i percettori NASpI con un reddito annuo tra gli 8.500 e i 15.000 euro annui.