Pensione con solo il 16% di Invalidità: ecco come funziona la Rendita INAIL

Quando si parla di pensione e invalidità, molti pensano che sia necessario un grave handicap per ottenere un sostegno economico. Tuttavia, esiste una possibilità spesso trascurata: con un’invalidità del 16% o superiore, l’INAIL riconosce una rendita vitalizia, garantendo un supporto economico costante a chi ha subito un infortunio sul lavoro o una malattia professionale. Questa rendita è destinata sia ai dipendenti pubblici che ai dipendenti privati, offrendo una tutela economica a tutti i lavoratori soggetti all’assicurazione INAIL. Ma come funziona esattamente? E quali sono i requisiti per ottenerla? Scopriamolo insieme.

Chi Ha Diritto alla Rendita INAIL?

La rendita INAIL è un’indennità destinata ai lavoratori che, a causa di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale, hanno riportato una menomazione permanente dell’integrità psico-fisica. Il punto chiave è che, a differenza di altre forme di pensione per invalidità, questa rendita viene riconosciuta già a partire da un’invalidità del 16%.

Cosa significa in concreto?

  • Se un lavoratore, sia del settore pubblico che privato, subisce un infortunio che comporta una menomazione valutata almeno al 16%, ha diritto a una rendita erogata mensilmente dall’INAIL.
  • La percentuale di menomazione viene determinata secondo specifiche tabelle INAIL, che considerano la gravità della lesione e il suo impatto sulla capacità lavorativa.
  • Non serve aver versato un numero minimo di contributi: il diritto alla rendita si basa esclusivamente sul danno subito in ambito lavorativo.

Quanto si Può Percepire con la Rendita INAIL?

L’importo della rendita viene calcolato sulla base di due fattori:

  1. La percentuale di invalidità riconosciuta.
  2. La retribuzione annua percepita dal lavoratore prima dell’infortunio o della malattia professionale.

Ad esempio, un lavoratore con un’invalidità del 20% e una retribuzione media annua di 30.000 euro può ricevere una rendita proporzionale al grado di menomazione. Questo significa che anche chi non ha un’invalidità elevata può ottenere una somma fissa mensile, che rappresenta un vero e proprio supporto economico a vita.

Un altro vantaggio significativo è che la rendita INAIL è esente da tasse: non viene tassata con l’IRPEF e non incide sul reddito complessivo del lavoratore.

Inoltre, se il lavoratore necessita di assistenza continua a causa della sua invalidità, può richiedere un assegno per assistenza personale continuativa (APC), un’ulteriore somma mensile erogata per garantire le cure necessarie.

Come Fare Domanda e Cosa Sapere Sulla Revisione

Per ottenere la rendita INAIL, il lavoratore deve seguire un iter ben preciso:

  1. Denunciare l’infortunio o la malattia professionale al proprio datore di lavoro, che a sua volta deve informare l’INAIL entro i tempi previsti.
  2. Sottoporsi a visita medica presso l’INAIL, che valuterà il grado di menomazione e stabilirà se il lavoratore ha diritto alla rendita.
  3. Ricevere la comunicazione ufficiale da parte dell’INAIL con l’eventuale riconoscimento della rendita e l’importo spettante.

Va tenuto presente che la rendita non è necessariamente fissa per tutta la vita. L’INAIL può effettuare delle revisioni periodiche per verificare se la menomazione sia migliorata o peggiorata:

  • Entro 10 anni per gli infortuni sul lavoro.
  • Entro 15 anni per le malattie professionali.

Se la condizione del lavoratore peggiora, l’importo della rendita può essere aumentato. Se invece migliora e la percentuale di invalidità scende sotto il 16%, la rendita può essere revocata.