Statali: Pensione tagliata di 12.000€ se il TFS arriva dopo anni

Gli statali che vanno in pensione ricevono la liquidazione anche fino a 7 anni dopo. Un meccanismo che i sindacati non sono più disposti ad accettare e che, dati alla mano, fa perdere ai pensionati della pubblica amministrazione circa 12.000 euro.

A sollevare per l’ennesima volta la questione di legittimità costituzionale del pagamento differito del Trattamento di fine servizio ai dipendenti pubblici è il Tar delle Marche. Il quale ha rinviato il caso alla Consulta.

A quanto ammonta la perdita per gli statali

Che si tratti di Tfs (per gli statali assunti prima del 2001) o di Tfr (per gli assunti
dopo il 2001) poco cambia. Governo e Parlamento devono intervenire per correggere la stortura che vede la “buonuscita” agli statali pagata fino a 7 anni dopo il pensionamento.

Il meccanismo attuale prevede che il trattamento di fine servizio/rapporto (Tfs/Tfr)
ai dipendenti pubblici venga corrisposto:

  • dopo 12 mesi se il pensionamento è di vecchiaia;
  • dopo 24 mesi se il pensionamento è anticipato.

Ma attenzione. Perché se supera i 50 mila euro scatta la rateizzazione e dunque i tempi si allungano ulteriormente. Si può addirittura arrivare a 93 mesi (7 anni, appunto), sottolinea Ezio Cigna della Cgil, qualora si vada in pensione con Quota 100 o 103.

E più il tempo passa e più diminuisce l’importo della liquidazione. Nel corso degli anni, infatti, l’inflazione ne riduce drasticamente il potere d’acquisto. Cgil, Uil, Cgs, Cse, Cosmed, Cida e Cordip hanno fatto due conti: per gli statali la perdita è di 11.735 euro su un trattamento medio di 82.400 euro. Il 14,3% in meno a causa del caro vita dell’ultimo triennio.

La soluzione

Numeri alla mano, solo per i dipendenti statali andati in pensione tra il 2022 e il 2023, (poco più di 200 mila persone), la perdita raggiunge i 2 miliardi e 157 milioni di euro. E quella del singolo assegno, come detto, si aggira sui 12 mila euro. I sindacati parlano di «un’appropriazione indebita da parte dello Stato».

La Consulta si è già pronunciata più volte: la stortura va modificata perché i dipendenti statali non possono ricevere questa disparità di trattamento rispetto ai colleghi del settore privato. L’ultima sentenza risale a giugno 2023. Da allora però non è successo nulla di significativo.

Sembra comunque esserci un’apertura. Rispondendo a una interrogazione parlamentare, la ministra del lavoro Calderone ha anticipato che il governo sta lavorando quantomeno per introdurre regole sull’anticipo del Tfr/Tfs degli statali simili a quelle del privato.