La campagna elettorale per le elezioni di aprile delle RSU è in pieno svolgimento e la lotta tra sindacati firmatari del contratto della Funzione Pubblica (Cisl e autonomi) e contrari (CGIL, UIL, RDB-CUB) in questi giorni ha alzato i toni, fino a prendere nel mirino NoiPA, accusata di aver generato ritardi e caos. Ma è vero?
Il sindacato UNSA ha puntato il dito contro NoiPA per una gestione ritenuta inefficiente degli stipendi dei dipendenti pubblici. L’accusa principale riguarda i ritardi nell’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024, che ha portato a problemi nel pagamento degli adeguamenti stipendiali e degli arretrati.
Secondo UNSA, NoiPA non ha ancora adeguato i propri sistemi per garantire la corretta erogazione delle somme aggiuntive e delle nuove detrazioni fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2024. Inoltre, il mancato recepimento del DPCM del 27 dicembre 2024 ha generato confusione e disagi tra i dipendenti, con ripercussioni dirette sulla perequazione delle indennità di amministrazione.
L’UNSA denuncia errori macroscopici nella gestione dell’esonero IVS nonostante la sua scadenza fosse fissata al 31 dicembre 2024, è stato pagato a gennaio 2025.
Ancora più grave, secondo il sindacato, è stato il pagamento dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) maggiorata di 6,7 volte rispetto a quanto dovuto, nonostante il rinnovo del CCNL fosse già stato approvato.
Il CCNL Funzioni Centrali è stato firmato in data 27 gennaio 2025, il pagamento degli arretrati avverrà in data 21 marzo 2025.
Il tempo di applicazione, inferiore a due mesi, appare ragionevole.
Più giustificata appare la critica al mancato adempimento delle nuove detrazioni fiscali. Anche se l’argomento non fa parte della contrattazione, il sindacato autonomo si sente danneggiato perché gli stipendi sono inferiori.
Giustificata, anche la critica sulla mancata corresponsione della Perequazione dell’Indennità di Amministrazione ai dipendenti delle Funzioni Centrali.
Totalmente inventata è invece l’accusa mossa a NoiPA di aver pagato a gennaio l’esonero contributivo scaduto a dicembre. In realtà NoiPA ha pagato, a tassazione separata, l’esonero di dicembre a gennaio, come ha sempre fatto nei mesi precedenti in quanto solamente alla fine del mese corrente la piattaforma è in grado di conoscere se il dipendente ne ha il diritto.
Per quanto riguarda, invece, il pagamento dell’incremento dell’anticipo del contratto, l’accusa appare completamente infondata. Si è trattato di un anticipo datoriale pienamente legittimo ed è paradossale protestare per la mancata corresponsione del cuneo fiscale e, nello stesso tempo, lamentarsi di una misura che eroga quasi il medesimo importo.