Quando un lavoratore è in malattia, è obbligato a rispettare le fasce di reperibilità previste per le visite fiscali dell’INPS. Se un medico fiscale si presenta per il controllo e non trova il lavoratore in casa, quest’ultimo rischia sanzioni economiche e disciplinari. Tuttavia, alcuni dipendenti tentano di giustificare la loro assenza con motivazioni che, per quanto possano sembrare plausibili, non vengono accettate dall’INPS. Vediamo quali sono e cerchiamo di capire i motivi dei respingimenti.
Gli orari delle visite fiscali per i lavoratori in malattia, effettuate dai medici dell‘INPS, sono uguali, dal 2024, sia per dipendenti pubblici che privati e cioè dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00, tutti i giorni, inclusi sabato, domenica e festivi.
Se il dipendente non era in casa per un motivo valido (es. visita medica, esami urgenti, gravi motivi personali), deve comunicarlo tempestivamente all’INPS e al datore di lavoro, fornendo documentazione adeguata.
Se l’assenza non è giustificata, oltre alle sanzioni economiche, potrebbero esserci provvedimenti disciplinari da parte del datore di lavoro.
Molti lavoratori assenti durante la visita fiscale cercano di giustificarsi con motivazioni che, sebbene possano sembrare ragionevoli, non rientrano tra le cause valide per l’INPS. Analizziamo alcune delle scuse più comuni e il motivo per cui non vengono accettate.
Uno dei motivi più frequenti addotti dai lavoratori è il malfunzionamento del campanello. Tuttavia, questo non rappresenta una giustificazione valida. Il lavoratore è responsabile di garantire la propria reperibilità e deve adottare misure alternative per farsi trovare, come un avviso per il medico fiscale.
Essere sotto la doccia durante la visita fiscale non è considerato un motivo valido di assenza. L’INPS prevede che il lavoratore si organizzi in modo da essere disponibile nelle fasce orarie stabilite. Se si ha necessità di fare una doccia, è consigliabile farlo al di fuori di tali orari o assicurarsi di poter rispondere prontamente alla porta.
Molti lavoratori riferiscono di aver ignorato il campanello perché pensavano si trattasse di un venditore ambulante o di un altro visitatore indesiderato. Tuttavia, il medico fiscale è tenuto a qualificarsi adeguatamente e il lavoratore ha l’obbligo di verificare chi sta bussando alla porta. Rifiutarsi di aprire senza accertarsi dell’identità del visitatore non è considerato un motivo valido per giustificare l’assenza.
Uscire per acquistare farmaci durante le fasce di reperibilità non è una giustificazione accettata. L’INPS presume che il lavoratore possa organizzarsi per ottenere i medicinali al di fuori delle fasce di controllo o delegare qualcuno al loro acquisto. Se si ha un’urgenza medica documentata, è necessario fornire prove adeguate per evitare sanzioni.
Anche questa giustificazione non viene accettata perché vi è l’obbligo di controllo da parte del dipendente, sulla ricetta, che i recapiti siano riportati correttamente
Alcuni lavoratori riferiscono di non aver aperto la porta per timore di truffe, specialmente se influenzati da trasmissioni televisive che mettono in guardia contro raggiri. Tuttavia, il medico fiscale è un professionista dotato di tesserino identificativo e documenti ufficiali. In caso di dubbio, è sempre possibile chiedere di esibire l’identificazione prima di decidere di non aprire.
Motivo dell’assenza | Perché non è valido? |
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Campanello rotto | Il lavoratore deve comunque rendersi reperibile. |
Sotto la doccia | Deve organizzarsi per essere disponibile nelle fasce orarie. |
Scambiato per venditore ambulante | Deve verificare chi è alla porta. |
Uscito in farmacia | Le uscite devono essere organizzate al di fuori delle fasce di reperibilità. |
indirizzo non corretto sulla ricetta | Il dipendente ha l’obbligo di controllare l’esatto proprio recapito |
Paura delle truffe | Il medico si identifica chiaramente e il lavoratore deve verificare prima di rifiutare l’apertura. |
Se un lavoratore non è presente durante la visita fiscale e non fornisce una giustificazione valida, rischia sanzioni economiche e disciplinari. Le conseguenze variano in base al numero di assenze ingiustificate:
Se il lavoratore ha un motivo valido per la sua assenza (ad esempio, una visita medica urgente o un ricovero ospedaliero), deve comunicarlo tempestivamente all’INPS e al datore di lavoro, fornendo documentazione adeguata. In caso contrario, potrebbe subire non solo la perdita dell’indennità di malattia, ma anche sanzioni che incidono sul suo rapporto di lavoro.
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