10 anni di buoni pasto arretrati: è quanto la Asl di Viterbo è costretta a riconoscere ai suoi lavoratori dopo una sentenza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Viterbo del 10 marzo scorso.
Vince la FP CGIL Sanità Viterbo e insieme a lei anche tutti i lavoratori della Asl dell’omonimo capoluogo. Il sindacato aveva fatto ricorso per ottenere il riconoscimento del diritto alla pausa pranzo e all’indennità sostitutiva del servizio mensa, come per esempio lo sono i buoni pasto.
La Asl aveva lottato affinché il riconoscimento fosse limitato a 5 anni, invocando la prescrizione. Il Giudice ha però stabilito che l’indennizzo debba coprire l’intero decennio. Ai sanitari spettano quindi 10 anni di arretrati per i buoni pasto non erogati.
Con la vittoria in tribunale, il sindacato ha chiesto alla Asl di Viterbo che i buoni pasto arretrati vengano riconosciuti immediatamente. Aumentando però il loro importo, fermo da circa vent’anni a 4,13 euro e non adeguato agli attuali prezzi al consumo.
In arrivo il pagamento dei buoni pasto arretrati anche ai lavoratori della Asl di Chieti. In questo caso di quelli relativi al 2020. C’è però un intoppo.
“Inizialmente previsti per gennaio 2025, i pagamenti sono stati poi posticipati al 30 marzo, ma ad oggi mancano indicazioni chiare sulle modalità di erogazione e sul ritiro delle card necessarie per usufruirne” denuncia la FP CGIL Chieti, sottolineando che un ulteriore slittamento rappresenterebbe un’ingiustizia nei confronti dei lavoratori che hanno atteso l’erogazione ordinaria. Chi ha agito per vie legali, infatti, ha già ricevuto il beneficio.
Sulla stessa barca ci sono gli infermieri dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Fermo, che hanno ottenuto il riconoscimento dei buoni pasto arretrati ma che dovranno attendere aprile prima di riscuoterli.