Dal 1° ottobre 2024, tutte le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili devono essere in possesso della patente a crediti, con alcune esclusioni. Tuttavia, secondo le prime stime, a distanza di quasi 6 mesi circa la metà delle imprese italiane non è ancora in regola e rischia pesanti sanzioni.
Vediamo cosa rischiano gli operatori economici, dalle sanzioni ai blocchi operativi.
La patente a crediti, introdotta dall’articolo 29 del decreto PNRR 4 (D.L. 19/2024), ha l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza nei cantieri. Al momento del rilascio, viene assegnato un punteggio iniziale di 30 punti e per continuare a operare è necessario averne almeno 15.
Le imprese senza patente o con punteggio insufficiente non possono lavorare nei cantieri. Inoltre, il committente e il responsabile dei lavori devono verificare il possesso della patente prima di affidare incarichi.
Le imprese e i lavoratori autonomi privi di patente o con meno di 15 punti rischiano sanzioni pesanti:
• Sanzione amministrativa del 10% sul valore dei lavori, con un minimo di 6.000 euro.
• La verifica e l’applicazione delle sanzioni possono essere effettuate dagli ispettori del lavoro e dagli organi di vigilanza, come le ASL.
• Se il pagamento avviene entro 60 giorni, è prevista una riduzione della sanzione a un terzo dell’importo.
Anche il committente e il responsabile dei lavori hanno l’obbligo di verificare la patente delle imprese coinvolte. In caso di mancata verifica, si applica una sanzione che va da 711,92 euro a 2.562,91 euro.
Nei casi più gravi, oltre alla sanzione economica, è prevista la sospensione della patente. Ciò avviene in caso di:
• Infortuni mortali per colpa grave del datore di lavoro o del dirigente.
• Infortuni con inabilità permanente o menomazioni irreversibili.
Inoltre, le imprese prive della patente o con punteggio insufficiente saranno allontanate dai cantieri e impossibilitate a lavorare in qualsiasi altro cantiere temporaneo o mobile.
Le imprese sanzionate potrebbero subire ulteriori conseguenze, come l’esclusione dai lavori pubblici per sei mesi. Questo rappresenta un rischio concreto per molte aziende del settore edile, che potrebbero trovarsi impossibilitate a partecipare a gare d’appalto.