Arretrati NoiPA: ad Oltre 200.000 Dipendenti Accrediti fino a 800 Euro

Il giorno tanto atteso dai dipendenti pubblici delle Funzioni Centrali è finalmente arrivato. Oggi, 24 marzo 2025, viene infatti accreditato il secondo cedolino contenente gli arretrati relativi al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Funzioni Centrali.

Arretrati: la tabella di tutte le aree divise per fascia

Gli importi degli arretrati variano in funzione della categoria professionale (funzionari, assistenti, operatori) e della fascia di anzianità retributiva (ex fascia, ora abolita). Inoltre, a influire sulla cifra finale concorrono due voci principali:

  1. IVC (Indennità di Vacanza Contrattuale): questa indennità, erogata in assenza di rinnovo contrattuale, è stata recuperata per il periodo compreso tra gennaio 2024 e febbraio 2025. Poiché tale voce era già stata corrisposta, si è reso necessario dedurla dagli arretrati.
  2. Anticipo di dicembre 2023: a fine 2023, molti dipendenti pubblici hanno ricevuto un acconto sugli aumenti stipendiali in via di definizione. Ciò ha consentito di avere un primo beneficio economico prima della firma definitiva del contratto. Tuttavia, in alcuni casi, l’anticipo percepito risulta maggiore rispetto agli effettivi arretrati maturati, riducendo di fatto l’importo finale o, in casi estremi, azzerandolo.

Un altro aspetto da considerare è la tassazione separata. L’ammontare netto degli arretrati, infatti, subisce un prelievo fiscale secondo regole diverse rispetto a quelle applicate allo stipendio ordinario, e questo può far variare il netto percepito in base alla situazione reddituale personale. È per tale ragione che gli importi riportati in tabella potrebbero differire leggermente rispetto a quanto ogni lavoratore visualizzerà effettivamente sul proprio cedolino.

Gli arretrati netti sono presunti in quanto è stata applicata la tassazione separata che è personale.

Pensionati: chi riceverà gli arretrati e chi no

Un capitolo particolarmente delicato riguarda i pensionati. Non tutti gli ex dipendenti pubblici, infatti, avranno diritto a questo conguaglio. Solo chi è andato in pensione a partire da settembre 2024 riceverà gli arretrati, perché fino a quel periodo è stato ammortizzato l’anticipo del contratto percepito per un intero anno.

Di contro, i pensionati che hanno lasciato il servizio tra il 2 dicembre 2023 e il 31 agosto 2024 potrebbero non vedersi riconosciuto alcun importo. Questo perché l’acconto di dicembre 2023, in alcuni casi, ha superato la quota di arretrati effettivamente spettante, generando un saldo negativo o nullo. Si tratta di un evento senza precedenti nella storia del pubblico impiego, poiché raramente si era verificata una circostanza in cui l’anticipo percepito risultasse addirittura superiore agli arretrati finali.

La situazione ha creato un certo malcontento tra coloro che si aspettavano di ricevere una somma aggiuntiva prima della quiescenza e che ora, invece, scoprono di non aver diritto a nulla (o, in casi estremi, di dover restituire delle somme).