Il 28 marzo 2025, i lavoratori metalmeccanici italiani hanno partecipato a uno sciopero nazionale di 8 ore, indetto da Fim, Fiom e Uilm, per sollecitare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro scaduti. Questa mobilitazione rappresenta il terzo blocco di 8 ore dall’inizio delle proteste, totalizzando 24 ore di sciopero, accompagnate dal blocco degli straordinari e delle flessibilità in tutti i luoghi di lavoro.
Il CCNL Federmeccanica-Assistal, siglato il 5 febbraio 2021, è scaduto il 30 giugno 2024. Le trattative per il suo rinnovo, iniziate a maggio 2024, si sono interrotte dopo sette incontri infruttuosi. La piattaforma presentata dai sindacati è stata respinta, e Federmeccanica ha avanzato una controproposta che non prevede aumenti salariali certi, ma legati alla sola inflazione IPCA, la valorizzazione del welfare contrattuale, soppressione degli scatti di anzianità e loro liquidazione anticipata. Di fronte a questa situazione, le organizzazioni sindacali hanno annunciato la mobilitazione.
Parallelamente, il CCNL Unionmeccanica-Confapi, applicato alle piccole e medie imprese metalmeccaniche, è scaduto il 31 dicembre 2024. Le trattative per il suo rinnovo hanno subito una battuta d’arresto, portando i lavoratori delle aziende interessate a unirsi alle mobilitazioni nazionali.
Dopo la rottura delle trattative con Federmeccanica il 12 novembre 2024 e con Unionmeccanica il 17 marzo 2025, la mobilitazione è divenuta ‘trasversale’, oltre che essere unitaria tra tutti i sindacati.
L’obiettivo principale dello sciopero è riaprire le trattative con Federmeccanica e Assistal, basandosi sulla piattaforma proposta da Fim, Fiom e Uilm, approvata da oltre il 98% dei lavoratori metalmeccanici. Questa piattaforma mira a ottenere aumenti salariali, ridurre l’orario di lavoro, stabilizzare i rapporti lavorativi e rafforzare le misure di salute e sicurezza sul lavoro.
Fim, Fiom e Uilm chiedono:
Secondo quanto riporta un comunicato unitario di Fim-Fiom-Uilm, numerose aziende hanno registrato adesioni allo sciopero vicine al 100%, evidenziando la compattezza dei lavoratori nella rivendicazione dei propri diritti. Tra queste, la Lagostina di Cusio, in Piemonte, è rimasta completamente ferma, mentre la Fincantieri di Marghera è apparsa deserta. Nel polo petrolchimico di Siracusa, gli appalti sono stati sospesi a causa dell’alta adesione.
Altre aziende con adesioni superiori al 90% includono:
Adesioni tra l’80% e il 90% sono state registrate in aziende come:
Ottima l’adesione anche alla Eviosys di Salerno, alla Sirti di Palermo e alla CapGemini di Roma.
Oltre alle adesioni nelle aziende, lo sciopero ha visto manifestazioni e cortei in diverse città italiane.
A Napoli, l’adesione allo sciopero ha raggiunto il 100% in aziende come De Vizia Transfer, Leonardo Pomigliano (98%), Leonardo Nola (97%) e Fincantieri di Castellammare di Stabia (96%). Centinaia di lavoratori si sono radunati in Piazza Vittoria, da dove è partito un corteo diretto a Piazza dei Martiri, sede di Confindustria. Durante il comizio finale, i segretari generali di Fiom Cgil e Fim Cisl Napoli, Mauro Cristiani e Biagio Trapani, insieme al segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, hanno ribadito la necessità di un rinnovo contrattuale che preveda aumenti salariali, riduzione dell’orario di lavoro e maggiore sicurezza.
Roma: Corteo verso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Nella Capitale, diverse centinaia di lavoratori metalmeccanici si sono radunati in Piazza Barberini per poi dirigersi in corteo verso la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.