I professionisti della sanità, a partire dagli Infermieri, che lavorano nei pronto soccorso del Lazio non avranno la relativa indennità. Per questo motivo, il sindacato Nursing Up ha proclamato lo stato di agitazione in tutta la Regione.
Ma intanto, in altre Regioni, c’è anche chi la riceverà maggiorata.
La Regione Lazio ha confermato la sospensione dell’erogazione dell’indennità di pronto soccorso per gli anni 2023 e 2024. Ha fatto sapere che “le risorse saranno prontamente erogate nelle modalità che verranno indicate nel CCNL di comparto una volta sottoscritto dalle Organizzazioni maggiormente rappresentative”.
Insomma, i medici e gli operatori sanitari del Lazio dovranno aspettare la firma del nuovo contratto per ricevere l’indennità. Indennità che, per esempio, nelle tasche degli infermieri avrebbe portato 305 euro lordi al mese nel 2025, con un ulteriore aumento di 60 euro dal 2026, oggi ferma invece a 120 euro.
“Non c’è motivo di aspettare – ha replicato la consigliera del Pd Eleonora Mattia durante l’interrogazione del Consiglio Regionale del 12 marzo – L’indennità di Pronto Soccorso è stata finanziata con la Legge Nazionale 234/21, sulla base dei valori già previsti dal vecchio CCNL 2019-2021 e attualmente in vigore, mentre solo in un secondo momento, con la legge 197/22, sono state stanziate le ulteriori risorse che incrementano lo stanziamento preesistente […] Pertanto, la Regione Lazio può intanto pagare subito l’indennità di Pronto Soccorso per gli anni 2023-2024 con i fondi del 2021 basandosi sul CCNL in vigore, così come già fatto da altre 7 Regioni in Italia”.
Anche la risposta dei sindacati non si è fatta attendere.
La richiesta di sospendere l’indennità di pronto soccorso agli operatori sanitari della Regione Lazio fino al rinnovo del CCNL di comparto è arrivata da Nursind, il principale sindacato degli infermieri. Il segretario nazionale Andrea Bottega l’ha motivata dicendo che il rischio era che venissero erogate somme sbagliate. “La Regione, infatti, ha fatto un calcolato delle quota da erogare in proporzione alle risorse precedentemente a disposizione, quindi al contratto vigente. Ma le nuove risorse, quelle stanziate per il 2023 e 2024, sono oggetto di contrattazione del nuovo contratto” ha spiegato il segretario.
Nursing Up non ci sta: “si tratta di un gesto incomprensibile da parte di un’altra organizzazione sindacale“, ha sottolineato Francesco Sciscione, responsabile regionale Nursing Up Lazio. Soprattutto in concomitanza del Giubileo, quando il personale, già risicato, andrebbe incentivato e supportato.
La sospensione dell’indennità di pronto soccorso penalizza i lavoratori. Per questo motivo Nursing Up ha proclamato lo stato di agitazione e ha richiesto con fermezza l’immediata revoca del provvedimento e la tempestiva erogazione di un acconto sulle spettanze arretrate destinate ai professionisti dei pronto soccorso.
Lo scorso 27 marzo si è tenuto un presidio sotto Palazzo Lombardia a Milano per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla crisi del personale sanitario e sulle urgenti necessità della sanità italiana. L’incontro in Prefettura per trovare una soluzione, invece, è stato fissato per giovedì 3 aprile.
Dalla Giunta regionale della Toscana, invece, è arrivata la decisione opposta.
Come riporta LivornoToday in un articolo del 26 marzo, i medici che lavorano al pronto soccorso degli ospedali della Regione avranno infatti un’indennità maggiorata. Sulla base delle risorse e dei turni svolti questa potrà arrivare fino a 50 euro a turno rispetto ai 12 euro di base riconosciuti nel 2022, quindi avranno tra i 200 e i 300 euro al mese in più. A questa va aggiunta una somma una tantum sugli arretrati dal 2022 ad oggi.
“Con l’approvazione di questa delibera da parte della giunta si conclude un percorso significativo – dichiara l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, che ha proposto l’atto –. Il completamento di questo iter ha richiesto l’attesa della stipula del contratto nazionale relativo al triennio 2019-2022, a cui è seguito un confronto costruttivo a livello regionale con le organizzazioni sindacali della dirigenza medica che ha rappresentato un importante passo avanti nella valorizzazione dei professionisti del nostro sistema sanitario”.