I percettori dell’Assegno di Inclusione hanno degli obblighi da rispettare. La fruizione del sussidio, infatti, è soggetta ad alcuni adempimenti che tutti i componenti del nucleo devono rispettare. A tale scopo, gli assistenti sociali possono inviare una lettera a casa.
Vediamo di che si tratta e perché è importante non ignorarla.
L’Assegno di Inclusione è il sussidio che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza a partire da gennaio 2024. La platea dei beneficiari però è più ridotta rispetto a quella che aveva accesso al RdC: l’AdI spetta infatti alle famiglie con un ISEE entro i 10.140 euro in cui sono presenti membri disabili, minorenni, over 60 o in condizione di svantaggio.
Siccome si tratta di famiglie che versano in una condizione difficile, non solo dal punto di vista economico, i servizi sociali si occupano della loro presa in carico.
Gli appuntamenti con gli assistenti sociali avvengono regolarmente e i componenti il nucleo percettore non possono esimersi dal presentarsi, a meno che non ci sia un giustificato motivo (ad esempio una visita medica). Devono andarci sia quando vengono convocati, sia spontaneamente se la chiamata non arriva.
In questi giorni, una parte dei percettori dell’Assegno di Inclusione sta ricevendo una lettera a casa proprio da parte degli assistenti sociali. Eccone un esempio:
In questo caso, la lettera serve a comunicare l’appuntamento per una visita medica utile all’avvio dei progetti di utilità collettiva, detti PUC.
Il decreto istitutivo dell’Assegno di Inclusione prevede infatti, nell’ambito dei percorsi
personalizzati, la partecipazione dei beneficiari ai PUC. La partecipazione avviene a titolo gratuito e non comporta l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni pubbliche o con altri Enti coinvolti.
Si tratta comunque di un’attività da svolgere obbligatoriamente. Infatti, la mancata partecipazione ai PUC da parte dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione, tenuti agli obblighi, nel caso in cui l’impegno sia previsto nel Patto di inclusione sociale o nel Patto di servizio, comporta la decadenza dal beneficio, come previsto dall’articolo 8, comma 6, lettera c), del decreto-legge n. 48 del 2023.
Anche non presentarsi all’appuntamento presso i servizi sociali ha delle conseguenze: la revoca del sussidio. Lo ricordano le assistenti sociali nella lettera inviata al percettore e riportata sopra.
Per tali motivi non bisogna assolutamente ignorare le comunicazioni provenienti dai servizi sociali. E se si ha qualche dubbio è sempre bene presentarsi autonomamente.