Dopo la mobilitazione nazionale del 28 marzo, FIM, FIOM e UILM tornano a proclamare lo sciopero per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Durante la conferenza stampa tenuta stamattina a Roma i 3 Segretari generali hanno indetto le 8 ore di sciopero ad aprile, ma questa volta con una strategia più ampia, più articolata e con nuove azioni che aumentano la pressione su Federmeccanica, Assistal (firmataria CCNL Industria) e Unionmeccanica Confapi (firmataria del CCNL Piccola Media Industria).
La protesta parte dal fallimento del confronto per il rinnovo dei CCNL, fermo da mesi. Le distanze restano profonde: i sindacati chiedono aumenti medi di 280 euro mensili, mentre le controparti datoriali dell’Industria offrono 173 euro (variabili) collegati all’IPCA spalmati su quattro anni. Nessuna apertura nemmeno su orario, diritti, sicurezza e organizzazione del lavoro.
Il segretario generale della FIOM, Michele De Palma, oggi in conferenza stampa ha spiegato le ragioni della nuova mobilitazione ricordando innanzitutto il sacrificio economico dei lavoratori che adericono agli scioperi:
“Gli scioperi costano alle persone: 8, 16, 24 e almeno 32 ore ad aprile. Siccome ci dicono che c’è la crisi, vorrei fare presente che i lavoratori la crisi l’hanno capita da molto tempo.”
“Quando c’era l’inflazione, i lavoratori hanno pagato col proprio potere d’acquisto una parte della crisi. Oggi, i lavoratori delle aziende in cassa e con poco potere d’acquisto scelgono di scioperare. Quindi non spieghino a noi quali sono i problemi derivanti dalla transizione, dai dazi.”
Il muro e il silenzio degli Industriali che “hanno un comportamente antidemocratico” spinge alla mobilitazione. “Siamo costretti per salvaguardare il futuro del nostro Paese, dei lavoratori metalmeccanici in Italia.”
Riguardo allo sciopero, i sindacati introducono due misure nuove. La prima è il blocco di tutti quegli accordi normativi che richiedono il consenso delle RSU o delle organizzazioni sindacali, fatta eccezione solo per gli ammortizzatori sociali. Questo significa il congelamento di relazioni sindacali collaborative.
La seconda novità riguarda la possibilità di superare le 8 ore di sciopero. Le strutture territoriali e le RSU potranno decidere, in autonomia, di estendere la protesta: l’astensione per essere più efficace potrà essere più lunga.