Scoperti più di 500 braccianti agricoli assunti regolarmente ma pagati in contanti per versare meno contributi.
È venuto fuori tra la provincia di Bolzano e il Veneto a seguito delle ispezioni della Guardia di Finanza.
La Guardia di Finanza di Egna, in provincia di Bolzano, in collaborazione con il personale dell’Inps, ha scoperto oltre 488 lavoratori agricoli irregolari. Ma le posizioni lavorative indagate dalle fiamme gialle sono circa 700, suddivise tra sei aziende locali e impiegate nella raccolta degli ortaggi.
Di queste, circa il 75% è risultato irregolare con la retribuzione effettuata in contanti.
Dalle indagini è emerso che quasi la totalità dei lavoratori impiegati, pur risultando assunti, prestavano ore di lavoro di gran lunga superiori rispetto a quelle indicate in busta paga. Così facendo il datore di lavoro poteva versare minori contributi rispetto a quelli dovuti, con gravi ripercussioni per i braccianti agricoli.
Nel dettaglio, i contributi previdenziali e assistenziali non versati ai lavoratori ammontano a quasi 700 mila euro e i datori di lavoro sono stati multati per oltre 84 mila euro.
Questo è solo l’ultimo di una serie di episodi che vedono protagonisti, a loro malgrado, braccianti agricoli sfruttati.
Le cronache riportano fatti anche più gravi. Tragedie di operai agricoli costretti a lavorare nelle ore più cocenti e stroncati dal caldo. Nota anche la vicenda del bracciante morto sul lavoro nella provincia di Latina perché lasciato agonizzante con il braccio amputato in seguito a un incidente con un macchinario agricolo.
Secondo il settimo rapporto sul caporalato e le agromafie in Italia realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil, in Italia i braccianti irregolari che lavorano nei campi sono circa 200 mila.
Le Operazioni condotte delle forze dell’ordine, come quella suddetta, hanno portato alla luce situazioni di sfruttamento e irregolarità, evidenziando la necessità di un impegno continuo e coordinato per contrastare efficacemente questi fenomeni. È fondamentale dunque che le istituzioni, le organizzazioni sindacali e la società civile collaborino per promuovere politiche e interventi mirati a tutela dei diritti dei braccianti agricoli, assicurando loro condizioni di lavoro e di vita dignitose.