Braccianti, continuano i controlli delle Forze dell’ordine per combattere il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori nel settore agricolo.
Dopo le indagini svolte tra il Veneto e Bolzano e dalle quali è emerso che circa il 75% dei braccianti agricoli riscuote in contanti, adesso i controlli sono spostati al Sud. L’ultima verifica, in ordine di tempo, ha riguardato 49 lavoratori agricoli, in prevalenza stranieri, impiegati nella Piana di Catania.
Durante l’attività ispettiva sono stati identificati 49 lavoratori agricoli, molti dei quali di nazionalità straniera, impiegati in condizioni che hanno destato forte preoccupazione.
I controlli hanno portato alla scoperta di gravi violazioni della normativa sul lavoro. Nel dettaglio, i braccianti erano costretti a raccogliere un minimo di 50 cassette al giorno con una retribuzione di appena 90 centesimi a cesta.
E quelli che non raggiungevano l’obiettivo non venivano nemmeno più chiamati a lavorare, mettendo quindi a repentaglio anche la possibilità di accedere alla disoccupazione agricola, riconosciuta solo a chi lavora almeno 102 giornate in 2 anni.
È quanto hanno scoperto i Carabinieri del Comando Tutela del Lavoro di Catania, in collaborazione con i NAS (Nuclei Antisofisticazione e Sanità) e i militari del Comando Provinciale.
Nel dettaglio le forze dell’ordine hanno riscontrato:
Uno dei caporali, inoltre, pretendeva dai braccianti la restituzione di una parte della retribuzione, aggravando ulteriormente la condizione di abuso.
I carabinieri hanno denunciato per sfruttamento dei lavoratori 4 persone, tra datori di lavoro e intermediari, di cui 3 italiani e uno straniero, di età compresa tra 32 e 71 anni.
(Immagini di repertorio)