Le elezioni RSU 2025 sono in corso dal 14 al 16 aprile. Molti docenti e collaboratori scolastici si chiedono in queste ore: “Cosa comporta essere un rappresentante sindacale? Ci sono compensi extra?”
Ecco tutto quello che c’è da sapere.
E’ bene chiarire sin da subito che i rappresentanti sindacali (RSU) non ricevono un trattamento economico aggiuntivo. Lo stipendio rimane identico a quello di un docente o ATA con la stessa anzianità e qualifica. Per conoscere quelli del mese di aprile clicca qui. Inoltre va ricordato che nel pubblico impiego gli aumenti stipendiali ad personam sono vietati.
L’attività sindacale è svolta gratuitamente, senza compensi da parte del Ministero dell’Istruzione.
Sebbene non ci siano retribuzioni extra, lo Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970) garantisce ai rappresentanti sindacali alcuni diritti:
Questi strumenti servono per svolgere efficacemente il ruolo, anche a livello territoriale o nazionale. In particolare lo Statuto dei lavoratori riconosce il distacco (aspettativa), a tempo pieno o parziale, a coloro che ricoprono nelle organizzazioni sindacali rappresentative incarichi specifici. Ma questo incarico – al contrario delle dicerie di corridoio – non spettano a tutti coloro che sono anche RSU.
L’idea che i rappresentanti sindacali abbiano uno stipendio più alto è un falso mito.
Spesso, la confusione nasce dal fatto che:
Ma nessun compenso extra è previsto per il semplice ruolo di rappresentante.
Avere rappresentanti sindacali attivi è importante perché:
La loro attività è fondamentale, ma non è retribuita separatamente.