Contratto Metalmeccanici Scaduto: Rinnovo Slitta a Marzo 2026 con i Tempi Medi ISTAT

Il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici (Federmeccanica e Assistal) è scaduto il 30 giugno 2024. Da allora, oltre 1,5 milioni di operai e impiegati dell’industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti aspettano il rinnovo.

Secondo gli ultimi dati Istat, aggiornati a dicembre 2024, il tempo medio di attesa per i rinnovi contrattuali in Italia è pari a 21,7 mesi. Applicando questa media al contratto metalmeccanico, la nuova ipotesi di rinnovo slitta a aprile 2026.

Un tempo lungo, che potrebbe coincidere con quasi due anni di “semi” congelamento salariale, proprio mentre l’inflazione continua ad aumentare, seppur in modo più contenuto rispetto al triennio 2022-2024.

La distanza tra imprese e sindacati

La trattativa tra Federmeccanica-Assistal e i sindacati Fiom, Fim e Uilm è in stallo. I lavoratori chiedono 280 euro di aumento sui minimi nel triennio 2024-2027. Le imprese, invece, propongono un contratto ESG 2025-2028 legato solo all’inflazione Ipca-Nei, che al momento prevede un aumento di 173 euro. La distanza resta ampia.

In questo contesto, sono già partiti scioperi e mobilitazioni nei principali poli industriali, destinati a concentrarsi anche negli ultimi giorni di aprile. La tensione cresce.

Quanto tempo è passato per altri rinnovi

Altri contratti industriali come energia e petrolio o chimica e farmaceutica sono già stati rinnovati. In questi settori gli aumenti medi hanno superato i 300 euro. In edilizia, il nuovo contratto ha portato 180 euro di aumento e un recupero dell’11% sull’inflazione.

Il contratto dei metalmeccanici rischia invece di restare bloccato a lungo. Se il tempo medio Istat dovesse confermarsi, operai e impiegati dovrebbero aspettare quasi due anni per ottenere un nuovo contratto. Stiamo parlando naturalmente di una ipotesi, estrema, che tiene conto – come detto – della “media ISTAT” dei tempi dei rinnovi dei CCNL: 21,7 mesi dalla scadenza alla firma.

Nel frattempo, in questa malaugurata ipotesi la forbice tra prezzi e salari resterebbe aperta, ma solo in parte, visto che a giugno di ogni anno si applica la clausola di garanzia. L’assenza del rinnovo pesa sui bilanci familiari e rende ancora più urgente una soluzione per la categoria.